Enel accelera l’addio al carbone

Per l’azienda il 2019 è stato un punto di svolta, visto che la produzione green è stata pari a quella termoelettrica. Oltre 14 miliardi per la decarbonizzazione

di Redazione

Investimenti per quasi 29 miliardi di euro, di cui la metà destinati ad accelerare il percorso verso l’addio al carbone fissato al 2030. E’ il cuore del piano strategico 2020-22 presentato dall’Enel agli analisti. L’ultimo, a meno di un’ulteriore riconferma dopo sei anni alla guida del colosso elettrico, dell’attuale amministratore delegato Francesco Starace, il cui mandato scade a primavera.

In una Milano già addobbata a festa per il Natale, ma con una temperatura decisamente primaverile che fa toccare con mano i guai portati dal cambiamento climatico, l’Enel ha rafforzato il proprio impegno per uno sviluppo energetico sostenibile. Gli investimenti organici totali per il prossimo triennio saranno pari a 28,7 miliardi di euro, in crescita dell’11% sul piano precedente. Alla decarbonizzazione del parco impianti sarà destinato il 50% del totale, con 14,4 miliardi per accelerare la realizzazione di nuova capacità rinnovabile (14,1 GW in più).

Il basket di investimenti prevede anche circa 1,2 miliardi per l’elettrificazione dei consumi, 11,8 per la digitalizzazione e l’automazione delle reti e 1,1 miliardi riservati a Enel X per la realizzazione di servizi e infrastrutture a sostegno della decarbonizzazione e dell’elettrificazione, come per esempio le colonnine per la ricarica delle auto elettriche.

Enel, un’uscita graduale dal carbone

L’uscita dal carbone sarà ovviamente graduale: attualmente l’Enel conta su una produzione di 40 TWh annui, cioè il 17,3% del totale, nel 2022 scenderà al 6,8% e nel 2024 al 3,9%, fino a ridursi a una forchetta tra zero e 2 TWh nel 2030, con una quota inferiore all’1%. Appena sette anni fa, nel 2012, la produzione a carbone era pari a 92 TWh, vale a dire il 31,1% del totale.

Del resto l’avanzata delle rinnovabili è inarrestabile, tanto che Starace ha definito il 2019 un “punto di svolta”, visto che è stato l’anno in cui la produzione green è stata pari a quella termoelettrica e non potrà far altro che aumentare ancora, ma non a scapito della redditività. Il gruppo prevede infatti per il 2022 un Ebitda di oltre 20 miliardi (+13% sul 2019), un utile netto ordinario di oltre 6 e un dividendo minimo garantito in crescita di un 1 centesimo nel 2020 e nel 2021 rispetto al piano precedente, con un nuovo obiettivo di 0,40 euro per azione nel 2022.