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Elettricità, nel 2020 domanda globale -2%, emissioni -5%

L’Aie pubblica il suo primo Electricity Market Report: boom rinnovabili (+7%), prezzi in caduta (-28%). Previsioni 2021: consumi +3%, emissioni +2%

La domanda globale di elettricità nel 2020 dovrebbe diminuire di circa il 2%. Si tratta del più grande calo annuale dalla metà del XX secolo, di gran lunga superiore a quello seguito alla crisi finanziaria globale che ha portato a un calo della domanda di elettricità dello 0,6% nel 2009. La contrazione è il risultato della pandemia Covid-19 e il suo impatto sull’attività economica (Prodotto interno lordo mondiale – 4,4%).

E’ quanto emerge dalla prima edizione dell’Electricity Market Report, il rapporto pubblicato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia che include una valutazione delle tendenze del 2020 e delle previsioni per il 2021 per la domanda, l’offerta, la capacità e le emissioni dell’energia elettrica, sia a livello globale che per Paese.

Modesto rimbalzo della domanda nel 2021

Dopo lo shock del 2020, con la ripresa dell’economia globale, l’Aie prevede nel 2021 un modesto rimbalzo della domanda globale di elettricità di circa il 3%, piuttosto contenuto rispetto al 2010, quando la domanda di elettricità è cresciuta del 7,2%. L’aumento della domanda dovrebbe essere guidato dalle economie emergenti e in via di sviluppo, in particolare Cina e India.

L’Aie prevede che la generazione di elettricità da fonte rinnovabile crescerà di quasi il 7% nel 2020, a scapito della generazione convenzionale. La crescita delle Fer dovrebbe inoltre rimanere il fatto di maggior rilievo anche nel 2021. Si prevede che la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, in particolare eolica e solare fotovoltaica, continuerà a stabilire nuovi record nel 2021, espandendo la propria quota di mercato al 29% dal 28% del 2020.

Solo in Cina cresce la domanda nel 2020

La Cina sarà l’unica grande economia a vedere una maggiore domanda di elettricità nel 2020. Tuttavia, la crescita prevista della domanda di circa il 2% nella Repubblica popolare cinese, che rappresenta circa il 28% del consumo globale di elettricità, è ancora significativamente al di sotto della sua media dal 2015 (6,5%). Sebbene la domanda si sia ripresa in molte economie durante l’estate e l’autunno, i principali consumatori, tra cui Stati uniti, India, Europa, Giappone, Corea e Sud-est asiatico, sono tutti destinati a registrare cali per l’intero anno.

Alla base della forte crescita della produzione di elettricità rinnovabile nel 2020 hanno contribuito i contratti a lungo termine, l’accesso prioritario alla rete e l’installazione sostenuta di nuovi impianti. L’aumento dell’offerta rinnovabile, in presenza di un calo della domanda, ha accelerato la stretta su carbone, gas e energia nucleare. Si stima che la produzione da carbone diminuirà di circa il 5% nel 2020, la più grande diminuzione mai registrata, riportandola ai livelli visti l’ultima volta nel 2012. La produzione di energia nucleare dovrebbe diminuire di circa il 4% nel 2020, colpita dalla pandemia e da una minore disponibilità di capacità, soprattutto nella prima metà dell’anno. La Cina è anche su questo la principale eccezione: la sua produzione nucleare è aumentata di circa il 6% grazie all’entrata in servizio di nuova capacità.

Meno elettricità dal gas

Si prevede che la produzione di elettricità da gas diminuirà del 2%, declino attenuato dai prezzi più bassi del gas naturale che le consentiranno di sottrarre quote di mercato al carbone, in particolare negli Stati uniti e in Europa. Nel complesso, le emissioni di CO2 legate alla generazione di elettricità dovrebbero diminuire del 5% nel 2020, un calo molto maggiore del previsto calo della domanda globale di elettricità.

Nel 2020 si registra anche un crollo dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità. Tra i cali della domanda e dei prezzi dei combustibili e l’aumento delle unità di generazione da fonti rinnovabili con zero costi marginali, i prezzi del mercato elettrico all’ingrosso hanno mostrato un calo medio del 28% nel 2020, dopo una diminuzione del 12% nel 2019.

Meno spazio per i combustibili fossili

Nelle economie avanzate, la crescita delle energie rinnovabili e del nucleare nel 2021 continuerà a ridurre lo spazio rimanente per la generazione di combustibili fossili. È probabile che il gas naturale subisca un impatto maggiore del carbone a causa di un prevedibile aumento dei prezzi del gas naturale.

Nelle economie emergenti e in via di sviluppo, la crescita della domanda dovrebbe superare gli aumenti delle energie rinnovabili e del nucleare, lasciando un po’ di spazio per l’espansione della produzione di carbone e gas. Il risultato netto atteso a livello globale è che la produzione a carbone aumenta di circa il 3%, mentre gli impianti a gas aumenteranno la produzione di circa l’1%. Ciò porterebbe a un aumento delle emissioni di CO2 dal settore elettrico di circa il 2% nel 2021.