mobilità elettrica

Le compagnie petrolifere si attrezzano per i servizi di ricarica

Le multinazionali oil&gas stanno sempre più espandendo le operazioni nel mercato della mobilità elettrica. Le mosse di Bp, Royal Dutch Shell ed Eni

Ricarica rapida e crescita esponenziale della domanda, spinta anche dalle nuove regole per la decarbonizzazione. Sono questi i due fattori cardine al centro del cambiamento in atto. E le multinazionali del settore oil&gas stanno sempre più espandendo le operazioni nel mercato della mobilità elettrica.

Dopo anni in cui la ricarica di veicoli elettrici è stata un’attività in perdita, gli impianti di ricarica rapidi stanno già aumentando i profitti. Ad esempio, Bp ha già aumentato del 45% le vendite per la ricarica di veicoli elettrici nel terzo trimestre del 2021. Emma Delaney, responsabile dei clienti e dei prodotti di Bp, ha confermato che i margini sono sempre più vicini a quelli dei tradizionali impianti per la benzina. Per questo, Bp ha pianificato un ampliamento dei servizi di e-mobility con l’obiettivo di raggiungere i 70.000 punti di ricarica entro il 2030. Una crescita importante rispetto agli attuali 11.000.

Anche Royal Dutch Shell vede il potenziale del settore e ha in progetto 500.000 punti di ricarica in tutto il mondo entro il 2025. La compagnia ha recentemente inaugurato la sua prima stazione di ricarica ultraveloce per veicoli elettrici a Londra. In grado di caricare l’80% della batteria di un’auto in 10 minuti. E ha annunciato che intende installare 50 mila punti di ricarica su strada in Gran Bretagna nei prossimi quattro anni. L’obiettivo è quello di garantire un terzo della rete di infrastrutture di ricarica necessaria per raggiungere gli obiettivi nazionali sui cambiamenti climatici.

In Italia Eni si sta muovendo nella stessa direzione. Il Cane a sei zampe intende passare dagli attuali 6.500 punti di ricarica, ereditati con l’acquisizione del secondo operatore italiano Be Power nel novembre scorso, ai 27.000 nel 2025 e ai 31.000 nel 2030. Plenitude che a marzo sostituirà Eni Gas e Luce e il cui obiettivo di è quello di fornire il 100% di energia decarbonizzata entro il 2040, ha attualmente in progetto altre 6.500 colonnine elettriche, e punta a realizzarle al ritmo di 300 colonnine al mese intercettando anche i fondi del Piano di ripresa.

Inoltre a dicembre Enel X, Be Charge ed Eni hanno firmato accordi che permettono a chi guida elettrico di fare il pieno di energia al proprio veicolo sul territorio nazionale utilizzando le infrastrutture delle tre società. Che possono contare circa 20 mila punti di ricarica elettrica. Attualmente Enel X è il più grande operatore nel settore delle infrastrutture di ricarica pubbliche del Paese con oltre 13mila punti. La partnership abilita l’interoperabilità tra le reti di ricarica, dando la possibilità ai clienti di accedere al servizio in modo semplice dallo smartphone attraverso le app di Enel X, Be Charge ed Eni Live, e di ricaricare così indifferentemente sulle reti di Enel X e BeCharge.

E qualcosa si muove anche lungo la rete autostradale. Anas ha affidato in concessione la gestione di sette aree di servizio (3 per Kuwait, tre per Sarni e una per IP) sul Grande raccordo anulare (A90) e sull’autostrada Roma-Fiumicino (A91). Il bando include i servizi oil e la ricarica elettrica di potenza elevata dei veicoli, con concessione per nove anni più due.