Aiapp

Le città hanno sete di alberi

Solo 31 mq di verde per abitanti. La proposta di Aiapp

La crisi climatica continua a mordere e le città hanno poche difese. Lo ribadisce ora anche Coldiretti notando che lo scudo verde è estremamente precario. Nelle città ci sono appena 31 metri quadrati di verde urbano per persona a combattere le polveri sottili e gli inquinanti.

“Proprio nei grandi centri si registra una minore presenza di verde urbano”, evidenzia Coldiretti. “Si va dai 17,1 metri quadrati per abitante a Roma ai 18 di Milano, dai 21,9 di Bologna ai 23,3 di Torino. Uno scenario che ha un impatto importante sulle temperature urbane”. Un problema non da poco se si pensa che le ondate di calore sono responsabili di circa 12.000 decessi ogni anno. Bisogna dunque ripensare lo sviluppo delle città favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori.

Ma non tutti gli alberi svolgono la stessa funzione. “Gli interventi di riforestazione urbana non possono avere solo l’obiettivo di piantare alberi”, spiega Maria Cristina Tullio, presidente Aiapp. “Mettendo gli alberi giusti, al posto giusto e delle dimensioni corrette, gli interventi consentono di contenere l’inquinamento atmosferico. Assorbendo CO2 e polveri sottili visto che un albero adulto cattura fino a centinaia di chili l’anno di anidride carbonica. Inoltre gli alberi riescono a diminuire il caldo estivo da 2 a 7 gradi negli immediati dintorni, riducono il rumore, tutelano la biodiversità, incanalano i venti, contrastano il dissesto geologico, aiutano a gestire le acque. Senza contare il ruolo di disinquinamento dei suoli: le radici di pioppi e frassini risanano i terreni contaminati da metalli pesanti, quelle dei salici lo depurano da inquinanti organici come gli idrocarburi”.

L’obiettivo è creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare aria pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili abbassando al tempo stesso la temperatura dell’ambiente circostante durante i periodi più caldi e afosi.

Una pianta adulta è infatti capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Ai primi posti nella speciale classifica delle piante mangia smog ci sono, nell’ordine, l’acero riccio, la betulla, il cerro, il ginkgo biloba, il tiglio, il bagolaro, l’olmo campestre, il frassino comune e l’ontano nero.

Dodici piante di acero riccio assorbono l’equivalente della CO2 emessa da un’auto di media cilindrata che percorre 10.000 chilometri l’anno. Una opportunità per le pubbliche amministrazioni con il verde urbano che- evidenzia Coldiretti- viene ormai considerato a tutti gli effetti un elemento di benessere, salute, sostenibilità e strumento anti stress per migliorare la qualità della vita dei cittadini.