Parco eolico off-shore

Inaugurato il primo parco eolico off-shore d’Italia

Ma Beleolico ha dovuto aspettare 14 anni. Flash mob di Legambiente

Il primo impianto eolico sorge di fronte al porto di Taranto. È stato inaugurato ieri e con i suoi 30 megawatt darà elettricità a 60 mila persone. Una notizia positiva e che arriva a poca distanza dalla decisione del Consiglio dei ministri di sbloccare la realizzazione o il potenziamento di sei parchi eolici in Puglia, Sardegna e Basilicata.

“Dopo 14 anni di ritardi e ostracismi istituzionali – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – finalmente a Taranto parte il primo parco eolico off-shore del mar Mediterraneo. È un caso emblematico della via crucis autorizzativa del nostro Paese. Il progetto proposto nel 2008 ha avuto la contrarietà degli enti locali e ricevuto il parere negativo della Sovrintendenza per un incomprensibile impatto visivo. Considerando la presenza delle ciminiere dell’ex Ilva, della raffineria Eni, del cementificio e delle gru del porto industriale. Il caso di Taranto è purtroppo solo la punta di un iceberg perché in Italia sono tanti i progetti sulle rinnovabili bloccati per eccessiva burocrazia: No delle amministrazioni locali, pareri negativi delle Sovrintendenze, moratorie delle Regioni, proteste dei comitati locali e di alcune associazioni ambientaliste”.

Legambiente – oggi presente all’inaugurazione anche con la presidente del circolo di Taranto Lunetta Franco – ha organizzato un flash mob con lo striscione “Scusate il ritardoper lanciare un doppio appello al governo. Il primo è rivolto al premier Mario Draghi. Affinché vari al più presto un decreto sblocca rinnovabili per velocizzare lo sviluppo delle fonti pulite e degli investimenti in accumuli, pompaggi e reti. Sarebbe la risposta più efficace all’attuale crisi energetica, ma anche un contributo concreto per produrre il 100% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2035. Il secondo appello è indirizzato al ministro della Cultura Dario Franceschini. Affinché indirizzi le sovrintendenze, inclusa quella speciale sul Pnrr, a non ostacolare più la transizione ecologica.

Sono notizie che possono far ben sperare? E’ arrivato finalmente il momento della transizione energetica? La risposta di Simone Togni, presidente di Anev (Associazione nazionale energia del vento) è sconfortata. Secondo Togni “stiamo andando avanti con il contagocce, la situazione resta più bloccata che mai”. E a sostegno della sua tesi Togni elenca alcune cifre che riguardano la potenza eolica installata in un anno e quella che dovremmo installare per rispettare l’obiettivo che si è dato il governo.

La differenza è clamorosa. L’eolico cresce al ritmo di 400-500 megawatt di nuova potenza all’anno e ha raggiunto un totale di 10 mila megawatt. Ma bisogna arrivare a 20 mila megawatt al 2030. Basta fare due conti per capire che a questo ritmo non ce la faremo mai: bisogna accelerare triplicando la velocità.