I cambiamenti climatici? Si combattono riparando le buche in strada

Una ricerca americana calcola che, grazie alla manutenzione stradale, si potrebbero tagliare del 2% le emissioni del comparto trasporti.

La lotta ai cambiamenti climatici? Passa anche per la riparazione delle buche stradali. L’assioma sembrerebbe ardito ma, calcoli alla mano, le cose stanno proprio così. Riparare buche, crepe e voragini nel manto stradale contribuisce a contrastare le emissioni di gas serra. In che modo? Secondo un gruppo di ricercatori statunitensi, la sola manutenzione di strade e autostrade porterebbe a un minor consumo di carburante e al conseguente calo di emissioni CO2. In particolare, gli scienziati parlano di un calo delle emissioni di anidride carbonica pari al 2% del totale del comparto trasporti. Settore che, ad oggi, è responsabile di circa 1/3 delle emissioni di gas serra.

La ricerca, pubblicata sul Journal of Sustainable trasportation, ha utilizzato i dati forniti dalla Federal Highway Administration’s long-term pavement performance program e dal Mothor vehicle emission simulator sviluppato dall’Agenzia per la Protezione ambientale statunitense (Epa).

Meno buche, meno emissioni

Sostanzialmente, gli autori dello studio hanno cercato di quantificare il risparmio legato a un modo di viaggiare più regolare. Quando infatti le strade sono disseminate di buche o avvallamenti, gli automobilisti sono costretti a rallentare o tentare di scartare gli ostacoli con continui cambi di direzione. Un andamento poco regolare che si traduce in un aumento dei consumi di carburante.

Strade malmesse provocano ovviamente danni anche alle vetture: continue sollecitazioni danneggiano pneumatici, sospensioni e ammortizzatori, tanto per fare degli esempi.

Gli scienziati calcolano anche i benefici per le amministrazioni. Strade ben tenute portano risparmi quantificabili in circa il 5% su manutenzione generale e riparazioni. Inoltre, con la semplice regola di effettuare le riparazioni in maniera tempestiva, le amministrazioni potrebbero ottenere fino al 30% di spesa in meno. Percentuali che si trasformano in cifre interessanti: basti pensare che, solo a Roma, il Comune ha censito circa 50mila buche e ha varato un piano straordinario di manutenzione dal valore di 17 milioni di euro.