Il fenomeno colpisce circa 5 milioni di persone in Italia ed è diffuso anche in Europa, interessando 80 milioni di persone
di Redazione
Per Fuel Poverty, o povertà energetica, si intende la difficoltà degli abitanti dei paesi economicamente avanzati di accedere ai servizi essenziali di energia e gas a causa del costo del servizio. Il fenomeno colpisce circa 5 milioni di persone in Italia ed è diffuso anche in Europa, interessando 80 milioni di persone. È un problema serio a cui è necessario trovare una soluzione.
Per la prima volta viene presentato uno studio sul fenomeno della povertà energetica a livello europeo che tiene conto di quattro indicatori-chiave: case umide e con significative perdite, alto costo dell’energia per gli utenti domestici, impossibilità di mantenere le abitazioni sufficientemente calde in inverno e fresche d’estate. Il rapporto pubblicato da OpenExp, rete di esperti indipendenti con sede a Parigi, sottolinea che dei 28 Paesi europei ben 17 sono sotto la soglia della povertà energetica. Tra questi c’è l’Italia, in 19esima posizione, affiancata dagli Stati dell’est europeo, dalla penisola iberica e dalla Grecia. In Bulgaria, fanalino di coda della classifica, il problema riguarda oltre il 60% della popolazione povera, costretto a patire il freddo nei lunghi mesi invernali.
Il 32% delle persone più povere non riesce a scaldarsi
Nonostante la spesa in energia superi in molti casi il 30% del bilancio familiare, in Italia il 32% delle persone più povere non riesce a scaldarsi a sufficienza.
A livello continentale le persone che non possono permettersi il paniere minimo di beni e servizi energetici necessari al comfort climatico dell’abitazione e alle esigenze di trasporto, sono 80 milioni e – è l’altro dato che emerge – anche sul piano dell’accesso all’energia si allarga la frattura tra ricchi e poveri. La quota di reddito destinata alla spesa energetica delle famiglie europee è infatti complessivamente in crescita, ma le bollette più salate hanno aggravato la crisi di quelle già in difficoltà (tra il 2000 e il 2014 la spesa per servizi energetici delle famiglie a basso reddito è cresciuta del 33%). I fattori che determinano il maggiore o minore tasso di povertà energetica sono vari e non sempre scontati. Secondo Open Exp, sono soprattutto i fattori socioeconomici a incidere maggiormente sulla povertà energetica. Tanto che il divario tra Europa ricca e povera, energeticamente parlando, ricalca perfettamente le altre molteplici disparità socioeconomiche tra i Paesi dell’Unione. Quelli con regolamenti edilizi più stringenti e più alto Pil pro capite — sottolinea il report — mostrano livelli inferiori di povertà energetica. Mentre i cittadini meno abbienti sono al tempo stesso più esposti alle fluttuazioni dei prezzi di elettricità e gas, alla stagnazione dei salari, nonché a bassi gradi di isolamento termico degli edifici.