Il distretto del cuoio diventa più verde

A Santa Croce sull’Arno sarà potenziato il depuratore e inaugurato un nuovo sistema di recupero degli scarti di lavorazione che diventeranno concime e bitume

di Redazione

Nasce in Toscana il primo patto sull’economia circolare del valore di 80 milioni di euro, sottoscritto a marzo da Regione Toscana, Associazione Conciatori e Rea impianti: potenzierà il distretto di Santa Croce sull’Arno, vicino Pisa, nei suoi impianti industriali che già oggi operano per un razionale recupero e riuso di scarti e sottoprodotti della lavorazione conciaria.

Il patto prevede investimenti la cui principale conseguenza è quella di ridurre, fino ad eliminarli, gli scarti della lavorazione conciaria, per ricavare concime organico di alta qualità e conglomerati bituminosi e cementizi secondo un processo completamente riconducibile a pratiche di economia circolare. Il distretto sarà attrezzato con tutti gli impianti necessari al recupero sicuro dei rifiuti, ovvero l’ammodernamento del depuratore, un impianto di trattamento fanghi e uno di trattamento dei sottoprodotti.

Quello della conceria, incastonato tra le province di Firenze e Pisa, è tra i distretti più attivi e fiorenti di tutta la regione: produce principalmente pelle e cuoio da suola per calzature (60% della produzione), pelletteria (30%), abbigliamento, arredamento e altre (10%).

Qui si concentra, inoltre, circa il 35% della produzione nazionale di pelli ed il 98% della produzione nazionale di cuoio da suola.

Cinquecento aziende della filiera conciaria

Nel distretto sono presenti circa 500 aziende della filiera conciaria, tutte medio-piccole (almeno una dozzina per ognuna) per un totale di 6.000 addetti e un fatturato di 2,4 miliardi, di cui il 70% rappresentato dall’export. Al centro dell’accordo (presto arriveranno anche patti sulla carta e sul tessile, ha annunciato il governatore Rossi) la risoluzione del problema degli smaltimenti in discarica di fanghi di depurazione e di scarti della lavorazione conciaria per ricavare concime organico di alta qualità e conglomerati bituminosi e cementizi.

Occorre ricordare che ad oggi vanno in discarica 50mila tonnellate di scarti di lavorazione (prodotti da conciatori e pellettieri) alle quali si aggiungono altre circa 20/30mila tonnellate di scarti di pelli prodotte in altre zone della regione e 20mila tonnellate di carniccio e rasature ad oggi usate per produrre concimi. La Regione Toscana, da parte sua, si impegna ad assicurare la conclusione dei procedimenti amministrativi necessari per la realizzazione degli impianti.