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Gli insetti impollinatori migrano in città

Una ricerca delle università della Gran Bretagna mette a fuoco l’importanza delle aree urbane per la tutela della biodiversità.

Gli insetti impollinatori vanno in città. Date le difficoltà che incontrano nei terreni agricoli trattati con prodotti chimici, si trovano meglio nelle aree urbane, soprattutto in quelle che hanno dato spazio a giardini e orti urbani. E la lavanda e la borragine sono importanti piante da giardino che gli impollinatori usano come fonti di cibo. Lo rileva una nuova ricerca, condotta da scienziati delle Università di Bristol, Edimburgo, Leeds e Reading in collaborazione con l’Università di Cardiff e il Centro nazionale di sintesi socio-ambientale (SESYNC), che ha interessato 360 siti diversi delle quattro cittadine sedi universitarie. 

Cosa emerge dallo studio

Lo studio, pubblicato su Nature Ecology and Evolution, ha valutato tutti i principali usi del suolo urbano per gli insetti impollinatori, prendendo in considerazione le città nella loro interezza. Il livello di biodiversità degli impollinatori nelle quattro città studiate è risultato del tutto paragonabile a quello presente nelle campagne. La ricerca ha scoperto che i giardini residenziali e gli orti urbani, o giardini di comunità, sono particolarmente adatti agli impollinatori, e lavanda, borragine, denti di leone, cardi, rovi e ranuncoli sono importanti specie vegetali per gli impollinatori nelle aree urbane.

Secondo lo studio, gli spazi verdi pubblici dovrebbero essere gestiti in modo da salvaguardare gli impollinatori. 

Il ruolo degli orti urbani

Gli impollinatori urbani possono quindi essere aiutati aumentando il numero di fiori e riducendo il numero di falciature. Inoltre, una migliore gestione dei giardini può portare benefici alla conservazione degli impollinatori. Infine si dovrebbe favorire l’aumento del numero di orti urbani nelle città.