lavoro in bicicletta

Pagati per andare in bicicletta

Andare in bicicletta fa bene alla salute. Andare in bici al lavoro fa bene anche al portafoglio.

È quanto già accade in diversi Paesi europei dove lo Stato favorisce concretamente l’uso della bicicletta riconoscendo un incentivo economico ai cittadini che scelgono di fare sulle due ruote il tragitto casa-lavoro. Perché ne trae un beneficio non solo chi pedala, ma l’intera collettività in termini di riduzione del traffico, minori emissioni e inquinamento atmosferico.

Una ricompensa ad ogni km

In Belgio, per esempio, viene riconosciuto un incentivo di 23 centesimi di euro per chilometro percorso; qualcosa del genere accade anche in Francia, ma qui è previsto un tetto al rimborso pari a 200 euro a persona all’anno.

In Italia, anche se non c’è ancora una politica nazionale a favore del bike to work, vari Comuni si stanno muovendo al riguardo. Apripista è stato Massarosa, in provincia di Lucca, che ha previsto incentivi di 25 centesimi di euro per chilometro a chi va al lavoro in bici. Al momento si tratta di un progetto pilota che coinvolge solo 50 lavoratori, ma l’obiettivo è farne un modello da replicare in altre città italiane.

Decisamente più allargato – coinvolge 1.000 cittadini – il progetto sperimentale avviato a Bari. In questo caso il bonus di mobilità sostenibile, finanziato con 545.000 euro dal ministero dell’Ambiente, è di 20 centesimi di euro per ogni chilometro fatto nel tragitto casa-lavoro e 4 centesimi per altri percorsi cittadini. La cifra, che non può superare i 25 euro al mese, viene accreditata dal Comune direttamente sul conto corrente del biker.

Ma sempre più spesso sono le stesse aziende che si fanno carico di favorire una mobilità sostenibile e incentivare l’uso della bicicletta. In Toscana a febbraio è stato sottoscritto un accordo tra Confindustria Toscana sud, sindacati metalmeccanici Fiom Fim e Uilm e Power-One Italy in base al quale sarà la stessa azienda a riconoscere un contributo economico ai propri dipendenti che utilizzino il trasporto pubblico locale per recarsi al lavoro e forme di sostegno ai lavoratori che decidano di coprire il tragitto casa lavoro in bici.

La Bike Challenge

A Milano si è appena conclusa la quarta edizione della Bike Challenge 2018: la competizione (riservata alle aziende e ai loro dipendenti che tra settembre e ottobre scorso hanno scelto con costanza di usare la bicicletta negli spostamenti casa-lavoro o nel tempo libero) ha l’obiettivo di incentivare il bike-to-work tra i lavoratori e al tempo stesso sensibilizzare le aziende al riguardo. A questa edizione hanno preso parte 1.100 lavoratori di 114 aziende dell’area metropolitana milanese che complessivamente hanno percorso più di 312 mila chilometri in bicicletta nei tragitti casa-lavoro, facendo risparmiare 53.365 chili di emissioni di CO2 .

Non solo. Un’app di JoJob (uno dei maggiori operatori in Europa di carpooling aziendale) ha attivato nella sua piattaforma una nuova funzionalità che permette ai dipendenti delle aziende che hanno aderito al servizio di certificare i tragitti casa-lavoro fatti in bici o a piedi.

Ogni viaggio percorso in bicicletta o a piedi genererà un risparmio in termini di CO2 pari a 130 g/km e al tempo stesso un risparmio economico per il dipendente pari a 20 centesimi di euro per chilometro. In questo modo i dipendenti riceveranno punti (foglie oro) spendibili nelle promozioni da parte della loro azienda.