Shell: dagli idrocarburi all’elettricità

Royal Dutch Shell, uno dei più grandi gruppi petroliferi e del gas del mondo, punta a diventare la più grande compagnia elettrica per l’inizio del decennio 2030.

I vecchi petrolieri si dimostrano sempre più attenti alle tecnologie pulite mirando alla diversificazione degli investimenti. Royal Dutch Shell, uno dei più grandi gruppi petroliferi e del gas del mondo, punta a diventare la più grande compagnia elettrica per l’inizio del decennio 2030 mentre si prepara ad aumentare l’approvvigionamento energetico da fonti a basse emissioni di carbonio.

Parlando alla conferenza CERAWeek di Houston, Maarten Wetselaar, responsabile della divisione Integrated Gas and New Energy del gruppo, ha infatti dichiarato che se la Shell raggiungerà l’obiettivo di ridurre le sue emissioni di gas serra entro il 2035, “la quantità di energia pulita che avremo bisogno di vendere ci renderà di gran lunga la più grande compagnia elettrica del mondo”.

Shell New Energy

Shell New Energy sta evitando di investire in asset di generazione e trasmissione convenzionali, per focalizzarsi sulle rinnovabili, sulla vendita ai clienti e sulla rivoluzione dei veicoli elettrici. Tutte attività che infatti avranno le stesse dimensioni delle operazioni petrolifere e di gas.  Wetselaar ha annunciato l’investimento iniziale di 1-2 miliardi di dollari annui al 2020, pari a circa il 10% del budget annuale di Shell, destinato alle nuove tecnologie energetiche, per poi aumentare il gettito negli anni successivi.

Shell è entrata nel business della ricarica “smart” nel 2013, opera con la controllata RechargePlus che offre ai possessori di auto elettrica in California energia offpeak (fuori picco e quindi a minor costo); nel 2017 ha comprato l’operatore di punti di ricarica europeo NewMotion e l’americana Greenlots. Nel 2018 Shell ha anche acquisito gli operatori del fotovoltaico Silicon Ranch e Cleantech Solar e quest’anno è entrata nelle soluzioni retail digitali nel solare/storage di Germania e Gran Bretagna comprando Sonnen e Limejump.

La piattaforma Littlejump

Limejump è una piattaforma digitale che gestisce il maggior portafoglio di storage del Regno Unito, usandolo come una centrale virtuale per offrire servizi di bilanciamento, di regolazione di frequenza, contratti PPA (acronimo di Power Purchase Agreement) e che ha l’intenzione di agire anche sul capacity market.

Shell nell’eolico ha cinque impianti onshore in Usa, una quota dell’impianto olandese offshore di Borssele e a dicembre è entrata in due blocchi offshore da sviluppare in Usa per un potenziale fino a 4,1 GW. Inoltre opera globalmente nella compravendita di energia rinnovabile e nel 2017 è entrata nel retail di energia green nel Regno Unito con l’acquisizione di First Utility.

Il futuro di Shell

Attualmente l’attività di Shell è per il 65% volta alla produzione e alla raffinazione del petrolio, per il 25% al gas e per il 10% ai prodotti chimici e ad altre operazioni, ha ricordato Wetselaar. Entro il 2030 il nuovo portafoglio potrebbe quindi essere: il 30% ciascuno per petrolio, gas ed elettricità, il 10% ancora in prodotti chimici.