Dalla vigna all’energia: celle fotovoltaiche dagli scarti

Il progetto di Ca’ Foscari che usa lo scarto della vinificazione sarà presentato a Vinitaly

di Redazione

Dalla vigna all’energia pulita. Arriva la prima cella fotovoltaica realizzata con i residui della vinificazione, recuperando così un rifiuto, cioè la feccia ottenuta dalla lavorazione e chiarificazione dei vini. I prototipi di queste celle solari fotovoltaiche a colorante organico, derivante appunto dalla feccia della vinificazione, sono stati sviluppati nell’ambito di un progetto dell’Università Ca’ Foscari Venezia (“Cheers”) finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Fondo Sociale Europeo, gestito localmente dalla Regione Veneto.

”Alla base del progetto Cheers – spiega la responsabile scientifica Elisa Moretti, docente di Chimica inorganica al dipartimento di Scienze molecolari e nanosistemi di Ca’ Foscari – c’è l’idea di recuperare la feccia ottenuta dalla lavorazione e chiarificazione dei vini, valorizzando questo rifiuto e impiegandolo per la costruzione di celle fotovoltaiche a colorante organico, le cosiddette celle di Gräetzel. Il colorante, estratto dagli scarti del processo di vinificazione, cattura la luce solare iniettando elettroni al semiconduttore, costituito da nanoparticelle di biossido di titanio poroso. L’elettrone generato è in grado di percorrere il circuito esterno, producendo corrente elettrica rinnovabile e sostenibile”.

Questo tipo di cella solare, continua Moretti, “è una macchina molecolare che lavora nel campo delle nanotecnologie, mimando il processo di fotosintesi clorofilliana, e rappresenta un’alternativa ai sistemi tradizionali (celle al silicio) sia per vantaggio economico, sia per metodologie costruttive eco-friendly, che permettono un riciclo a basso impatto ambientale, sia per l’efficienza di conversione energetica in caso di clima nuvoloso o illuminazione artificiale”. Il progetto sarà presentato a Vinitaly.