Elettrica e condivisa, ecco l’auto del futuro

Nello sharing una macchina su quattro è con la spina. Se fosse la media del parco auto nazionale saremmo a buon punto

Sono circa 37 milioni in Italia le automobili, più di 60 auto ogni cento abitanti, neonati compresi. Un record europeo. E non positivo visto che: in termini di inquinamento una city car a motore termico produce in media 100 grammi di C02 per chilometro; in termini di salute e qualità della vita, in Italia l’inquinamento atmosferico causa 84.300 morti l’anno secondo l’Oms.  Migliorare questa situazione critica rappresenta una sfida anche a livello globale poiché nelle aree urbane vive più del 50% della popolazione mondiale, si consuma il 75% dell’energia e si produce l’80% di anidride carbonica.

Quello che serve è un vero cambio di paradigma nella mobilità che metta insieme vari strumenti. Dall’auto condivisa all’alimentazione non inquinante (elettrico al posto del motore termico) passando per l’intermodalità con il trasporto pubblico e la micromobilità.

Veicoli elettrici

“Non basta semplicemente sostituire un’auto termica con una elettrica”, ha ricordato Emiliano Niccolai, ad di Sharengo nel suo intervento alla conferenza Elettrico è meglio che si è tenuta all’Università Roma Tre il 21 maggio. “Sono necessari nuovi modelli di mobilità sostenibili e intelligenti. I cambiamenti saranno rapidi e il mercato è in netta espansione. La condivisione di veicoli è qualcosa di nuovo e la condivisione di veicoli elettrici rappresenta una nicchia nella nicchia di mercato. Ma le potenzialità sono evidenti. Basti pensare che in Italia su oltre 30 milioni di auto circolanti soltanto 5.000 sono interamente elettriche.“

Il car-sharing

I trend però sono incoraggianti. Nel 2018 gli iscritti a servizi di car sharing in Italia sono arrivati a circa 1 milione e 800 mila, con quasi 12 milioni di noleggi, in crescita del 27% rispetto al 2017 (dati Aniasa). Secondo l’Osservatorio Sharing Mobility al 31 dicembre 2017 la flotta elettrica rappresentava il 24% del totale delle auto in condivisione contro il 12% del 2016. Se la percentuale del parco italiano fosse simile, saremmo a buon punto.

Inoltre, la mobilità condivisa riduce il numero dei veicoli e dunque consente di riprogettare le città utilizzando gli spazi lasciati liberi dalle auto. Secondo uno studio del Mit di Boston, le auto in città occupano il 10% dello spazio disponibile, tanto più che un’automobile resta parcheggiata il 95% del tempo. Ma un’auto privata resta poco efficiente anche quando viene utilizzata visto che in media è sfruttata al 50%, ovvero occupata da 2 persone nonostante i posti siano 4 o 5.