Martedì 4 giugno la firma del protocollo AriaPulita per favorire una nuova politica europea sulla lotta contro l’inquinamento atmosferico
di Redazione
Alla vigilia della Giornata mondiale dell’ambiente, istituita dall’Onu il 5 giugno e quest’anno dedicata alla crisi climatica, appuntamento a Torino, in occasione della cerimonia di apertura del Clean Air Dialogue, il bilaterale tra Italia e Commissione UE dedicato al tema. Si firmerà il protocollo AriaPulita, con impegni per ridurre l’inquinamento dell’aria.
I dati Ispra sul particolato
La situazione in Italia sul questo fronte stenta a migliorare. Secondo i dati Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), infatti, il riscaldamento domestico contribuisce al 38% delle emissioni del particolato PM2,5. Seguito da allevamenti intensivi (15,1%), veicoli leggeri come auto e moto (9,0%), trasporto merci su strada (7,1%) e agricoltura (6,7%) a chiudere le prime sei voci.
Il particolato PM2,5, rispetto al più famoso PM10, è la frazione più leggera della polvere pericolosa, capace di rimanere più a lungo nell’atmosfera prima di cadere al suolo. Sono le particelle che respiriamo maggiormente e che entrano più in profondità nei polmoni, bronchi e alveoli, aumentando il rischio di patologie gravi e mortali. Proprio a causa di questo tipo di inquinamento, e per i limiti superati in varie città italiane dall’inizio del 2019 a oggi, l’Italia rischia la procedura d’infrazione che potrebbe venire attivata dalla stessa Unione Europea.
L’inquinamento atmosferico è tra i maggiori responsabili del progressivo peggioramento della qualità della vita nelle nostre città. Il costo sanitario delle malattie che causa si aggira attorno ai 70 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione Europea.
Il protocollo AriaPulita
Il protocollo AriaPulita è un documento che è stato condiviso da un gran numero di istituzioni (Presidenza del Consiglio dei ministri e dai ministeri di Ambiente, Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti, Politiche agricole, alimentari e del turismo, Salute, Regioni e Province autonome) per accelerare la battaglia contro l’inquinamento atmosferico. Limitarsi a ripercorre il rosario dei provvedimenti fin qui adottati infatti non basta più. Lo ha chiarito il ministro dell’Ambiente Sergio Costa con un post sul suo profilo Facebook in cui cita le iniziative intraprese per la lotta all’inquinamento, come “le domeniche ecologiche, i monitoraggi continui, gli incentivi alla mobilità sostenibile, i protocolli di intesa con le Regioni maggiormente colpite dal fenomeno” giudicandole “non sufficientemente efficaci”.
Bisognerà fare di più, rilanciando in modo strutturale una mobilità sostenibile. Cioè dando più spazio a mezzi pubblici e pedoni, a biciclette e micro mobilità alternativa, a car sharing e veicoli a basso impatto ambientale. Ma non basta. Le misure previste dal protocollo riguarderanno i tre settori maggiormente responsabili dell’inquinamento. Oltre ai trasporti, anche agricoltura (bisogna ridurre l’impatto di quella intensiva) e riscaldamento domestico a biomassa (fonte importante di particolato).
Il ministero dell’Ambiente assumerà impegni volti alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, alla vigilia di appuntamenti cruciali a livello internazionale. Gli Stati membri dell’Unione Europea si riuniranno con l’obiettivo di condividere e promuovere misure più efficaci e buone pratiche, presentando i progressi raggiunti. E promuovendo le sinergie tra le politiche sulla qualità dell’aria, sul clima, sull’energia, sui trasporti, sull’agricoltura e sulla sanità pubblica.
L’Italia intende arrivare preparata al Clean Air Dialogue, con precise azioni di contrasto al fenomeno dell’inquinamento atmosferico. Azioni da condividere con il resto dei partner europei, facendosi promotrice di una nuova direzione che la politica dell’Unione deve prendere sul tema dell’aria pulita.