Nel primo trimestre 2019 le fonti rinnovabili hanno raggiunto il 15,2% della generazione elettrica, sfiorando il massimo storico
Riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di anidride carbonica, prezzi di luce e gas in calo, crollo delle importazioni elettriche ma soprattutto record della produzione di rinnovabili (eolico e fotovoltaico) che segna un +24% nel primo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2018.
L’import elettrico crolla del 23%
Questo lo scenario delineato dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’Enea. Nel primo trimestre 2019 le fonti rinnovabili non programmabili hanno raggiunto il 15,2% della generazione elettrica. Viene quindi quasi replicato il massimo storico del 15,4% del secondo trimestre 2016. Complessivamente, nel primo trimestre dell’anno i consumi di energia da fonti rinnovabili sono cresciuti del 5% anche se l’idroelettrico segna meno 12%. Risultano in sensibile crescita anche i consumi di gas nella generazione elettrica (+10%) mentre l’import elettrico crolla del 23%. Insomma il 2019 accelera su tutte e tre le dimensioni del trilemma energetico: sicurezza, decarbonizzazione ed economicità. Ma la situazione complessiva è frutto di una congiuntura favorevole che non permette, per ora, previsioni a lungo termine.
“Sul calo dei consumi e delle emissioni hanno inciso le temperature miti dell’inverno che hanno limitato l’utilizzo del riscaldamento; inoltre è diminuito l’utilizzo di prodotti petroliferi nei trasporti e più ancora nella petrolchimica e nella generazione elettrica”. Sottolinea Francesco Gracceva, l’esperto Enea che coordina l’analisi.
Forte calo dei prezzi del gas
In evidenza anche il forte calo dei prezzi del gas naturale sui mercati internazionali (-20% rispetto al trimestre precedente), con stime di un’ulteriore discesa del 20% nel secondo trimestre fino a un prezzo vicino ai minimi decennali del 2016. “Il dato rilevante di questa fase del mercato globale è il forte disaccoppiamento fra i prezzi del gas e quelli del petrolio attualmente sotto tensione per gli eventi geopolitici. L’eventuale intensificarsi di elementi di crisi potrebbe ripercuotersi anche sui prezzi del gas”, aggiunge Gracceva.
La diminuzione dei prezzi del gas nel primo trimestre ha comportato vantaggi significativi per le imprese che hanno beneficiato in questo periodo di una riduzione dei prezzi dell’elettricità compresi tra il 3% e il 5% nelle diverse classi; nel secondo trimestre si stima una flessione ancora più marcata (11-15%), in grado di ricondurre i prezzi al di sotto dei valori di inizio 2018. “Tuttavia i prezzi dell’elettricità per le imprese italiane, ad eccezione di quelle energivore, restano ben oltre la media dei principali Paesi Ue. All’opposto, si è fortemente ristretto fino quasi ad azzerarsi il differenziale positivo fra i prezzi pagati dalla media delle famiglie italiane e quelli della media delle famiglie Ue, sceso dal 15% del 2011 all’attuale 2% sulla spinta degli oneri di sistema”.
Gli obiettivi di decarbonizzazione
“Il duplice calo di consumi ed emissioni, anche se contenuto, segna una positiva inversione di tendenza per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, ma la distanza fra le emissioni stimate a inizio 2019 e quelle per centrare il target al 2030 resta vicina ai massimi dell’ultimo decennio”, conclude Gracceva.