Fotovoltaico: nasce l’autoproduzione virtuale

Come se ci fosse una rete virtuale, in Grecia è possibile produrre energia da un impianto fotovoltaico e utilizzarla per edifici a chilometri di distanza

In Grecia, sul tetto di una scuola superiore di Salonicco, è stato installato un impianto fotovoltaico la cui energia non viene utilizzata per soddisfare i consumi all’interno dell’edificio, né semplicemente immessa in rete. Va a coprire il fabbisogno elettrico di una casa rifugio per donne maltrattate e per i loro bambini.

È l’applicazione del virtual net metering (misurazione della rete virtuale), una normativa approvata in Grecia alcuni anni fa che consente alle amministrazioni pubbliche di produrre energia da un impianto fotovoltaico installato su un edificio o su un terreno di loro proprietà e di utilizzarla per i consumi di un altro edificio a chilometri di distanza. Come appunto ci fosse una rete virtuale. 

Greenpeace Grecia ha installato impianti a Salonicco

Nello specifico i 10 KW di pannelli fotovoltaici installati dal Comune di Salonicco in collaborazione con Greenpeace Grecia sul tetto della scuola soddisferanno i consumi di una casa rifugio per donne maltrattate gestita dallo stesso Comune ma distante molti chilometri dall’edifico scolastico. 

L’esperienza di Salonicco non è la sola. Lo stesso ha fatto il Comune di Larissa, in Tessaglia, installando impianti fotovoltaici su alcuni edifici di sua proprietà a beneficio di altri, mentre il Comune di Atene sta studiando interventi di virtual net metering per garantire elettricità anche alle fasce più povere della popolazione, non in grado di pagare la fornitura elettrica. 

In pratica nel virtual net metering l’energia non viene semplicemente immessa in rete: è un passo avanti in direzione dell’autoproduzione virtuale. Per il momento la legge greca prevede che solo le amministrazioni pubbliche possono ricorrere al virtual net metering, ma l’obiettivo è estendere questa possibilità anche ad aziende e privati cittadini.