Passa in commissione Affari costituzionali e Bilancio un emendamento al Milleproroghe. Plaude Legambiente: “Finalmente sarà possibile produrre e scambiare l’energia pulita”
di Redazione
I consumatori potranno unirsi per condividere l’energia elettrica da fonti rinnovabili, ovvero potranno creare delle vere e proprie comunità energetiche per lo scambio di energia ‘pulita’, con futuri incentivi per la remunerazione ad hoc. Lo prevedono tre emendamenti al dl Milleproroghe, riformulati dai relatori e firmati da Lega, M5s e Iv, approvati nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio alla Camera.
La norma introdotta anticipa in via sperimentale quanto prevede una direttiva Ue che deve essere ancora recepita dall’Italia. Le comunità potranno essere costituite da famiglie, e anche da singoli, azionisti, Pmi, Comuni, Regioni o autorità locali, ma per questi ultimi la comunità non potrà rappresentare attività commerciale.
Gli impianti delle comunità energetiche da cui effettuare lo scambio non potranno superare la potenza di 200kW; dovranno essere attivati successivamente all’entrata in vigore del Milleproroghe ed entro due mesi dal recepimento della direttiva Ue. Per lo scambio dovrà essere utilizzata la rete esistente. L’energia condivisa dalle comunità energetiche servirà per l’autoconsumo istantaneo, anche attraverso sistemi di accumulo. La norma vale anche per i condomini.
Come detto, infine, ci saranno degli incentivi ad hoc che il ministero dello Sviluppo economico dovrà mettere nero su bianco in un decreto da approvare entro due mesi dall’ok al Milleproroghe. La tariffa incentivante premierà l’autoconsumo istantaneo e l’utilizzo dei sistemi di accumulo delle comunità energetiche.
Comunità energetiche, plaude Legambiente
Legambiente saluta con entusiasmo il voto nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio alla Camera sull’emendamento al decreto Milleproroghe che consente, attraverso la creazione di comunità energetiche, la produzione e lo scambio di energia da fonti rinnovabili.
“Finalmente sarà possibile produrre e scambiare l’energia pulita – ha commentato Edoardo Zanchini, vicepresidente dell’associazione – nei condomini e tra imprese, tra edifici pubblici e attività commerciali. In questo modo si apre la strada per progetti locali di impianti solari in autoproduzione ma anche per scambiare localmente l’energia in eccesso, con riduzione di sprechi e vantaggi tanto ambientali quanto economici per imprese, famiglie e comunità”.
Il testo votato nasce da una proposta presentata da Legambiente e Italia Solare lo scorso novembre a Rimini durante la Fiera Ecomondo, con l’obiettivo di anticipare la direttiva europea 2018/2001 che promuove la creazione di comunità energetiche e di sistemi di autoconsumo da fonti rinnovabili.
Gli obiettivi della proposta erano in particolare due. Stimolare lo scambio di energia da fonti rinnovabili per utenze poste all’interno della stessa rete di distribuzione, in modo da valorizzare progetti locali. E creare vantaggi per l’energia autoconsumata istantaneamente, in modo da sollecitare configurazioni capaci di soddisfare al meglio i fabbisogni e di integrare sistemi di accumulo e di mobilità elettrica, sistemi efficienti, riducendo così lo scambio con la rete e contribuendo alla stabilità del sistema.
“Merito per l’iniziativa”, ha proseguito Zanchini, “va dato anche al senatore Gianni Girotto del Movimento 5 stelle, presidente della Commissione Industria del Senato, che ha portato avanti la nostra proposta coinvolgendo il ministero dello Sviluppo economico. E teniamo a mettere in evidenza l’ampio consenso parlamentare che si è creato intorno a questa idea, che ha visto l’adesione del Pd; un identico emendamento è stato presentato dalla Lega e da Italia Viva. A dimostrazione che sulle innovazioni ambientali oggi si può costruire un ampio consenso con l’obiettivo di promuovere interventi virtuosi”.
Legambiente chiede ora che si apra subito la discussione in Parlamento sul recepimento della Direttiva europea 2018/2001, in modo da rendere possibili innovazioni in forme anche più ampie, che potranno consentire di rilanciare progetti da fonti rinnovabili in tutta Italia coinvolgendo le comunità per trarre vantaggi da impianti eolici, solari, idroelettrici, da biomasse delle scale più adatte a valorizzare le risorse locali e a creare consenso tra i cittadini nella transizione energetica.