Digitale e circolare

Oggi complessivamente il digitale produce l’1,4% delle emissioni di carbonio ma ha il potenziale per ridurle a livello globale del 15%. Uno studio di Ericsson quantifica la vera carbon footprint della nostra vita digitale

di Redazione

Ogni anno sono pari a 730 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti le emissioni prodotte dal settore Ict, ovvero da pc, smartphone, monitor, dispositivi Iot, reti e data center. Il dato sulla carbon footprint della nostra vita digitale – che rappresenta l’1,4% del totale delle emissioni serra- è stato quantificato in uno studio condotto da Ericsson “A quick guide to yourdigital carbon footprint”.

Lo studio ha evidenziato il potenziale di riduzione delle emissioni che il digitale può produrre negli altri settori, elemento chiave per una corretta valutazione della carbon footprint. Infatti se fossero applicate le soluzioni Ict già esistenti – dall’Internet of Things all’automazione, dall’efficienza energetica e delle reti elettriche ai risparmi nel settore dei trasporti – si avrebbe complessivamente una  riduzione delle emissioni globali di carbonio pari al 15%.  

Va precisato che l’indagine non si è limitata a considerare le emissioni associate al consumo di elettricità in fase di utilizzo del settore Ict, ma ha valutato quelle legate all’intero ciclo di vita del prodotto: dall’approvvigionamento dei materiali alla fase di produzione, dall’assemblaggio allo smaltimento a fine vita. 

Carbon footprint, i paragoni possibili

Se in valore assoluto il peso delle emissioni prodotte dal digitale viene spesso presentato come paragonabile a quello del settore dell’aeronautica (circa 800 milioni di tonnellate di CO2 all’anno), a un esame più attento questo conteggio è falsato visto che considera solo il consumo di carburante. Ovvero non tiene conto delle emissioni generate dalla fabbricazione degli aeroplani, dal funzionamento degli aeroporti, dallo smaltimento dei velivoli. Inoltre il paragone tra Ict e aeronautica – precisa il rapporto Ericsson – non calza perfettamente in quanto i prodotti e le soluzioni Ict sono molto più pervasive, utilizzate dal 70% della popolazione mondiale, mentre solo il 10% si sposta in aereo ogni anno. Quindi il peso dei due settori per “singola azione” è decisamente diverso. Tanto che le emissioni di carbonio di un viaggio transatlantico andata e ritorno sono pari a quelle generate dall’utilizzo di uno smartphone per oltre 50 anni.

Il rapporto inoltre evidenzia che nel caso dell’Ict la parte prevalente delle emissioni è connessa all’utilizzo del prodotto, ovvero alla quantità di energia elettrica consumata dall’utente, decisamente prevalente rispetto alle emissioni legate alle altre fasi di vita. Per questo, secondo le valutazioni del rapporto, utilizzare energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili permetterebbe di ridurre la carbon footprint del settore dell’80%

E’ evidente che anche adottare un modello circolare è fondamentale. Il report suggerisce ad esempio di utilizzare il proprio dispositivo per più anni senza passare subito a un modello più aggiornato. Evitare anche di acquistare dispositivi di fatto poco utili e soprattutto favorire riutilizzo e riciclo quando si decide di disfarsi di un pc o di un cellulare.