Parte la rivoluzione verde delle comunità energetiche

Condomini, famiglie e Comuni di fronte a nuove opportunità. Plaude Elettricità Futura. Le principali novità scritte da Alla Carica! e rilanciate su Tutto Green de La Stampa

di Valeria Aloisio

Che sia l’autoproduzione la svolta che aspettiamo per cambiare radicalmente le politiche energetiche? Presto forse per dirlo. Ma sicuramente le novità che il via libera al Milleproroghe si porta dietro sono tante e interessanti, anche sul fronte ambientale. Sì, perché con il voto definitivo del Senato, sono diventate opzioni praticabili delle piccole rivoluzioni: è il caso delle comunità energetiche. Nel futuro prossimo venturo, i consumatori – a vario livello – potranno unirsi per condividere l’energia elettrica. E, punto essenziale, sarà energia elettrica da fonti rinnovabili. Le comunità energetiche potranno essere formate da famiglie, Comuni, ma anche Regioni o Pmi, per fare qualche esempio.

Per andare sul pratico – come spiega il sito Alla Carica!, che si occupa di smart city – occorre dire che gli impianti delle comunità energetiche da cui effettuare lo scambio non potranno superare la potenza di 200k. Una griglia determinata anche per quanto riguarda i tempi: gli impianti infatti dovranno essere attivati successivamente all’entrata in vigore del Milleproroghe, avvenuta in questi giorni, ed entro due mesi dal recepimento della direttiva Ue.

Va da sé che per lo scambio dovrà essere utilizzata la rete già esistente, attraverso un meccanismo di compensazione dell’energia. L’energia condivisa dalle comunità energetiche servirà per l’autoconsumo istantaneo, anche attraverso sistemi di accumulo. La norma vale anche per i condomini.

Comunità energetiche, plaude Elettricità Futura

Al provvedimento non è certo mancato il plauso delle associazioni ambientaliste. Ma non è l’unico sostegno. A favore si è detta anche Elettricità Futura che è la principale associazione del mondo elettrico italiano, capace di riunire produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili e da fonti convenzionali: per capirci, il 70% dell’elettricità consumata in Italia è assicurata da aziende associate a Elettricità Futura. Anche per loro, si diceva, il provvedimento è positivo. Anzi, l’idea è che con poche mosse si potrebbe anche migliorare la situazione.

Lo sviluppo dell’autoconsumo e della generazione distributiva dovrebbe passare – secondo Elettricità Futura – per una semplificazione dell’attuale quadro normativo. In aggiunta, le comunità energetiche dovrebbero essere completamente integrate nel mercato “assumendosi le responsabilità di dispacciamento e partecipando ai costi di sistema in modo equo”. “Risulta fondamentale in quest’ottica semplificare l’attuale quadro normativo, regolamentare i nuovi sistemi in autoconsumo, evitando un’inefficiente duplicazione della rete e prevedendo che siano alimentati da rinnovabili o sistemi cogenerativi ad alta efficienza, e assicurare una completa integrazione delle comunità energetiche e delle risorse distribuite nei meccanismi di mercato”.

Il prossimo step è l’emanazione di una specifica delibera Arera e di un dedicato decreto del ministero dello Sviluppo economico, rispettivamente entro trenta e sessanta giorni dall’approvazione della misura. A questo punto, con l’avvio delle comunità energetiche – e come non accade spesso – saremo prontissimi per recepire la direttiva europea e probabilmente poter dire: “Primi!”.