Elettricità Futura: il Green Deal aiuterà a uscire dalla crisi

Intervista con il dg Andrea Zaghi: le nostre aziende in campo per fronteggiare l’emergenza coronavirus tutelando la salute dei lavoratori. Nessun rischio blackout

di Goffredo Galeazzi

Il Mise e l’Autorità per l’energia hanno dato indicazioni ben precise al sistema elettrico su come affrontare l’emergenza coronavirus, dando priorità assoluta alla garanzia della continuità e disponibilità dei servizi in condizioni di sicurezza, con attenzione speciale per strutture sanitarie, assistenziali e di supporto logistico, garantendo la massima sicurezza e protezione dal rischio di contagio di tutto il personale. Emergenza a cui il sistema delle imprese elettriche ha risposto con efficienza ed efficacia.

Il settore elettrico “sta seguendo la vicenda con la massima attenzione, si è creato un approccio proattivo con le istituzioni per affrontare l’emergenza e le nostre aziende sono pronte a fare la loro parte per dare continuità alla fornitura dell’energia elettrica al Paese”, assicura il direttore generale di Elettricità Futura Andrea Zaghi. “Per le aziende che rappresentiamo è rimasta immutata, pur tra grandi difficoltà, la capacità di mettere in campo le misure per fronteggiare la situazione di emergenza derivante dalla diffusione del Covid-19, garantendo sicurezza e affidabilità del servizio elettrico e tutelando la salute dei lavoratori del settore”.

Nell’ultimo mese la domanda elettrica è crollata del 20%, un livello appena sfiorato nella crisi del 2009. I consumi elettrici complessivi in Italia, nella settimana a cavallo di marzo, sono calati in termini assoluti di 1.115 GWh rispetto alla stessa settimana del 2019. La produzione elettrica termoelettrica è crollata di quasi il 25%. Qualcuno ha paventato il pericolo del blackout come avvenne il 28 settembre 2003. Ma molte cose sono cambiate in 17 anni, oggi “il sistema elettrico è molto cambiato, è solido, può contare su una forte capacità di resilienza dovuta a grossi investimenti in impianti di produzione versatili come i cicli combinati a gas, su tecnologie più moderne, su livelli di automatismi e di digitalizzazione impensabili al tempo del blackout, in grado di bilanciare i carichi in tempi rapidissimi grazie a un mercato dei servizi di dispacciamento efficiente. Noi non vediamo il rischio di blackout”, garantisce Andrea Zaghi.

Si è avuta l’impressione che sia mancato all’inizio un vero e proprio coordinamento di crisi del mondo energetico. Effettivamente l’emergenza legata alla diffusione della pandemia ha creato “una pletora di indicazioni, nelle fasi iniziali è forse mancato, ma comprensibilmente, un messaggio univoco dalle istituzioni; nel prosieguo sono migliorate diverse cose – sottolinea Andrea Zaghi – e comunque il sistema ha funzionato in piena efficienza e senza particolari criticità: tutte le aziende hanno continuato a garantire la produzione e la distribuzione”. Si sono trovate con le istituzioni soluzioni ragionevoli quali la comunicazione alle prefetture” per superare, ad esempio, la criticità relativa al passaggio degli addetti alle manutenzioni da una regione all’altra, teoricamente vietato dalle ordinanze dei governatori”. E poi, aggiunge Andrea Zaghi, “anche grazie alla nostra segnalazione sulle problematiche del settore alle istituzioni – Ministero dello Sviluppo economico, Autorità per l’energia, Terna e Gse – diversi problemi riguardanti la salvaguardia dell’operatività delle aziende sono stati risolti”.

Andrea Zaghi: transizione energetica grande volano

Per il direttore generale di Elettricità Futura “pur se registriamo il risvegliarsi di coscienze contrarie ad accelerare i ritmi della transizione energetica, per le nostre aziende non cambia niente”. Il Clean energy package, che fissa il quadro regolatorio della governance dell’Ue per l’energia e il clima funzionale al raggiungimento dei nuovi obiettivi europei al 2030 e al percorso di decarbonizzazione entro il 2050, e il Piano nazionale integrato energia e clima del nostro paese “danno una indicazione di marcia e assicurano impegni ben precisi”, supportati anche dal Green New Deal proposto dalla Commissione europea. Anche perché “la transizione energetica rappresenterà un grande volano e avrà impatti importanti per tutta l’economia. Sarebbe un errore strategico rimettere tutto in discussione”. Tenendo presente “la forte contrazione dei costi di installazione dei nuovi impianti eolici e fotovoltaici che in molti casi non riceveranno nessun incentivo”. Il che, conclude Andrea Zaghi, “garantirà al 2030 un forte decremento della bolletta elettrica”.