Più rinnovabili e meno carbone: meno 12% di gas serra in Europa

Nel 2019 l’evoluzione del mix della generazione elettrica ha determinato un netto calo delle emissioni. Il rapporto della Commissione Ue sui mercati elettrici

di Goffredo Galeazzi

Sensibile calo della produzione elettrica da carbone, lieve riduzione per idroelettrico e nucleare, balzo di gas ed eolico, in aumento anche fotovoltaico e biomasse. L’evoluzione del mix della generazione elettrica ha determinato un calo delle emissioni di gas serra del settore del 12% rispetto al 2018, a fronte di un calo dei consumi dell’1% e a un aumento del prezzo dei permessi di emissione del 57%, a 25 euro/tonnellata. Sono le principali indicazioni che emergono nel rapporto della Commissione Ue sui mercati elettrici della Ue nel 2019.

Prendendo in esame il mix della generazione, la produzione di elettricità da combustibili solidi (carbone e lignite) nell’Ue è diminuita del 26% su base annua nel quarto trimestre (-39 TWh), con un sensibile spostamento verso le energie rinnovabili (+29 TWh) e un modesto aumento del gas (+9 TWh). La quota di energia rinnovabile nel mix energetico dell’Ue ha raggiunto il 35%, la più alta di sempre per un trimestre e superiore alle quote corrispondenti in Cina (27%), India (21%) e Stati Uniti (18%). In calo il contributo dell’idroelettrico (-25 TWh), mentre aumentano l’eolico (+53), il solare (+8) e le biomasse (+5). La quota di combustibili fossili (carbone, gas, petrolio) nel quarto trimestre del 2019 è diminuita dal 42% al 39%, mentre la quota del nucleare è rimasta sostanzialmente stabile al 25%.

L’aumento della generazione fotovoltaica

L’aumento della generazione “verde” è dovuto agli oltre 30 GW di capacità rinnovabile installati nel 2019, la maggior parte dei quali nel fotovoltaico (17 GW) e nei parchi eolici (13 GW). Gli aumenti maggiori si registrano in Spagna (7,3 GW) e Germania (6,2 GW). Centinaia di MW della nuova capacità sono stati installati senza incentivi, a condizioni di mercato.

Il clima caldo e il rallentamento dell’attività economica hanno contribuito a una diminuzione della domanda (-7 TWh). Il prezzo medio all’ingrosso dell’Ue è sceso a 43,9 € / MWh, in calo del 7% rispetto al trimestre precedente. Per tutto il 2019, il settore elettrico dell’Ue ha ridotto le emissioni di gas a effetto serra di circa il 12% grazie alla maggiore generazione da energie rinnovabili e allo switch carbone-gas, agevolato dall’aumento dei prezzi dei permessi di emissione e dal calo del prezzo del gas, apportando un contributo sostanziale alla decarbonizzazione dell’Europa.

In Germania prezzi all’ingrosso più bassi

Con una media annuale inferiore a 38 €/MWh, la Germania ha registrato i prezzi all’ingrosso più bassi d’Europa nel 2019. La riduzione generale dei prezzi all’ingrosso europei osservata nel 2019 non è stata ancora completamente trasferita al mercato al dettaglio probabilmente, sottolinea la Commissione, perché i rivenditori di solito acquistano elettricità in anticipo. Questo “rappresenta anche un’opportunità per i rivenditori con offerte di prezzi più dinamiche”. Nel corso del 2019, il prezzo al dettaglio stimato per l’industria energivora è aumentato del 7% a 8,4 c€/kWh. I prezzi medi dell’elettricità al dettaglio per le famiglie con consumi di medie dimensioni nell’Ue sono aumentati dell’1% rispetto all’anno precedente.

Nel 2019 è inoltre raddoppiato il numero di ore con prezzi negativi rispetto al 2018.