Bonn, Bruxelles, Dublino e Milano hanno invitato la Commissione Ue a potenziare i trasporti pubblici nella fase di post coronavirus con la riconversione green della mobilità
I trasporti pubblici saranno il settore chiave per migliorare la qualità della vita nelle città. La pandemia ha drasticamente ridotto le emissioni inquinanti, ma con la ripresa delle normali attività esiste il rischio di un ritorno alla situazione precedente. Come procedere, invece, con la transizione energetica del sistema e la decarbonizzazione dell’economia?
Le città di Bonn, Bruxelles, Dublino e Milano – le cui popolazioni ammontano a un totale di 7,5 milioni di persone – hanno invitato la Commissione europea a potenziare i trasporti pubblici nella fase di post-emergenza Covid, chiedendo un fondo per autobus a zero emissioni inquinanti del valore di 3,5 miliardi di euro.
In una lettera congiunta – firmata anche da Eurocities, European Public Health Alliance e Transport & Environment, tutte attive nella riconversione ‘green’ della mobilità europea – i funzionari delle quattro città affermano che con le misure di lockdown per contrastare il coronavirus “il trasporto pubblico locale nei mesi di marzo e aprile ha perso i suoi passeggeri e quindi le sue entrate principali. Per questo necessita di un sostegno rapido per garantire servizi essenziali e, allo stesso tempo, raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, di qualità del clima e dell’aria”.
Autobus, serve una svolta green
Oggi tuttavia il numero di corse in autobus, metropolitana e tram ha ripreso a salire, poiché i casi di contagio diminuiscono e la Commissione ha pubblicato una guida che include l’uso di mascherine a bordo dei veicoli. Ma le misure di distanziamento sociale potrebbero comunque spingere le persone a preferire i mezzi privati. “Esiste il rischio che, anziché tornare al trasporto pubblico, i pendolari passino ai veicoli privati a combustibili fossili, portando all’innalzamento delle emissioni di gas serra e inquinamento nei prossimi mesi”, sottolinea la lettera. Serve quindi una svolta che “non può che essere green”.
Il fondo non sarebbe però destinato esclusivamente ai veicoli a batteria, dal momento che nella lettera si precisa che “all’approvvigionamento di autobus a emissioni zero, deve seguire il principio di neutralità tecnologica per fornire la flessibilità necessaria per gli adeguamenti locali e promuovere l’innovazione”. Autobus che funzionano con carburanti alternativi, come ad esempio l’idrogeno, sono già in servizio in tutta Europa, con molte città che annunciano ambiziosi programmi di rinnovo della flotta per i prossimi anni”.
I 3,5 miliardi, propongono le quattro municipalità, garantirebbero l’acquisto in Europa di circa 12 mila mezzi pubblici a zero emissioni entro il 2025, con il livello del contributo pubblico per gli autobus che scenderebbe da una cifra iniziale di 150.000 euro a 15.000 euro. Stesso discorso per le infrastrutture di ricarica dei mezzi elettrici, ad esempio, con un crollo dei costi di installazione di un singolo punto di ricarica, dagli attuali 50 mila euro ai 20 mila del 2025 e ai 5 mila del 2027.
La lettera – indirizzata al vice presidente della Commissione Frans Timmermans e alla commissaria per i Trasporti Adina Vălean – chiede non solo finanziamenti per autobus ad energia pulita ma anche finanziamenti per Internet ad alta velocità a bordo di veicoli e taxi a zero emissioni. Nel testo si chiarisce che le risorse dovrebbero essere stanziate dallo strumento dell’Ue Connecting Europe (CEF) e che l’idea è pienamente in linea con la politica economica Ue, con il Green New Deal. La richiesta di stanziamento degli aiuti alla mobilità verde e sostenibile rientra nell’ambito delle trattative sul Recovery Fund dell’Ue per il coronavirus.