La sfida della nuova mobilità

Il ruolo di primo piano dell’Italia nella rivoluzione della mobilità elettrica raccontata da Fondazione Symbola ed Enel, in collaborazione con Fca

di Goffredo Galeazzi

Dal design alla produzione di veicoli, dalla componentistica alle batterie fino alle infrastrutture di ricarica: l’Italia occupa un ruolo di primo piano nella rivoluzione della mobilità sostenibile, essenziale per contrastare la crisi climatica e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. L’e-mobility italiana è raccontata da cento storie di imprese, centri di ricerca e associazioni che stanno contribuendo allo sviluppo della mobilità elettrica. A raccogliere ed evidenziare l’esperienza di cento eccellenze Made in Italy, sono state Fondazione Symbola ed Enel, quest’anno in collaborazione con Fca, nella terza edizione di “100 Italian EMobility Stories 2020”.

La diffusione di auto elettriche nel mondo cresce rapidamente. Attualmente nel mondo ci sono più di 7 milioni di veicoli elettrici per passeggeri o merci (erano 1,5 nel 2016), di cui più di 3 milioni in Cina, e quasi 2 milioni in Europa dove svetta il primato della Norvegia (qui circolano 320.000 auto elettriche a fronte di soli 5 milioni di abitanti). In Europa, nei primi tre mesi dell’anno, mentre le immatricolazioni totali di autoveicoli hanno registrato un forte calo, le auto elettriche ed ibride non hanno subito una contrazione di mercato. Le immatricolazioni di vetture elettriche (ECV=BEV+PHEV) sono state 228.210 (+81,7% sul primo trimestre 2019) e le ibride (HEV, mild-full hybrid) 310.308 (+49%). In Italia, sempre nello stesso periodo, la vendita di auto ibride – quasi la metà (48%) del mercato della mobilità ad alimentazione alternativa – ha superato quella di auto a gas (40,5%), tradizionalmente più forti nel mercato nazionale.

Ampio spettro di competenze e tecnologie

Secondo il rapporto, l’Italia può essere in prima fila In questo nuovo mercato avendo un ampio spettro di competenze e tecnologie lungo tutta la filiera: dalle case automobilistiche a chi realizza e-bike (nelle bici l’Italia nel 2019 ha confermato il primato di primo produttore e esportatore europeo) e veicoli leggeri, passando per motorini e autobus elettrici. E’ la componentistica a trainare la filiera: le aziende nazionali creano prototipi e realizzano motori, statori, freni, elettronica, fino a scocche e pacchi batterie con la presenza di un Battery Hub dedicato per l’assemblaggio a Torino. E forniscono anche designer, chiamati in tutto il mondo a ripensare le nuove forme della mobilità elettrica. Non mancano, per arrivare alle forme più avanzate di mobilità, i servizi di sharing, le multiutility, le soluzioni per la ricarica, le relative app. Un sistema ricchissimo di competenze che si distribuiscono lungo tutto il Paese, coagulandosi in alcune capitali come il polo di Torino, la Motor Valley emiliana, il distretto di Brescia e il polo dell’automotive abruzzese.

Considerando poi l’intero ciclo dal pozzo alla ruota, l’auto elettrica ha emissioni inferiori del 60% rispetto ad un veicolo a combustione interna (prendendo a riferimento il valore medio di emissioni di CO2 dei veicoli a combustione interna e il mix energetico nei Paesi dell’Ue). Un vantaggio che migliorerà ulteriormente nel tempo grazie all’accelerazione del processo di decarbonizzazione nel settore energetico e il graduale aumento della quota di rinnovabili nel mix generativo mondiale (in Italia 1/3 dell’energia distribuita è già oggi prodotta da fonti rinnovabili). Anche le batterie, finito il loro utilizzo per alimentare veicoli elettrici, saranno sempre più utilizzate sia come accumulatori di energia (ad esempio per pannelli fotovoltaici), sia per il recupero di elementi preziosi (come litio, nichel e cobalto) che saranno così riutilizzati in un’ottica di economia circolare.

L’innovazione proviene da altri settori

Insomma l’auto elettrica sposa l’innovazione proveniente da altri settori, a partire dalla rete elettrica, spinge sull’efficienza del motore, sulla durabilità delle batterie, sul retrofit elettrico di auto tradizionali, sul recupero dei materiali in un’ottica circolare.

“Le 100 storie rappresentano l’eccellenza italiana della mobilità elettrica e ci dicono anche che il nostro Paese ha le energie per superare la crisi. Occorre costruire insieme un’economia e una società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro, più attente alla crisi climatica, più giuste, resilienti, competitive”, ha commentato presentando il rapporto Ermete Realacci, presidente Symbola. Per l’ad di Enel Francesco Starace, “la crescente concentrazione della popolazione mondiale in grandissime aree metropolitane chiede a gran voce un ripensamento di tanti stili di vita. Ciò passa necessariamente attraverso una mobilità sostenibile, pubblica e privata, che non sia dannosa per l’ambiente e che si annuncia prepotentemente e sempre più chiaramente elettrica”. Pietro Gorlier, Chief Operating Officer Europe, Middle East, Africa di Fca, ha sostenuto che “le vetture elettriche devono essere pensate e inserite in un ecosistema molto più ampio. Perché possano essere accessibili a tutti è necessario un sistema a contorno fatto di infrastrutture di ricarica, pubbliche e private, costi dell’energia adeguati, parcheggi dedicati, gestione semplificata del suolo pubblico per l’installazione di colonnine, misure di supporto alla domanda, oltre che un piano di riqualificazione della filiera industriale”.