Solare e pompe di calore: la partita energetica si gioca in casa

Cresce il ruolo delle attività domestiche nel risiko energetico. Si va verso un milione di impianti fotovoltaici che possono essere utilizzati anche per la flotta di auto elettriche

di Antonio Cianciullo

Lo schema piramidale di produzione elettrica appartiene al secolo scorso: il modello di un Paese energeticamente governato da poche decine di grandi centrali è finito nella teca di un museo. Questo ormai è noto. Da anni i media titolano sulla proliferazione degli impianti basati sulle rinnovabili e il Gse certifica che in Italia le connessioni fotovoltaiche si avvicinano rapidamente a quota un milione (erano 880 mila a fine dicembre scorso). Ma l’aspetto più interessante di questa espansione è che stanno saltando i confini che tenevano separati i vari campi: produzione energetica, edilizia, mobilità.

E la casa sta diventando un luogo bipolare. L’aspetto del consumo energetico rimane centrale, ma cresce sempre di più l’altro ruolo domestico, quello legato alla produzione, allo scambio, alla conservazione dell’energia. Sempre più spesso l’energia viene prodotta sul tetto (fotovoltaico e solare termico) ma in prospettiva anche su vetri e pareti ai quali può essere adattato il fotovoltaico. E stoccata attraverso sistemi di storage o attraverso l’alimentazione di una flotta di auto elettriche. Inoltre i benefici dell’operazione salgono grazie alla crescita dell’autoconsumo e delle comunità dell’energia basate sullo scambio di prossimità.

Questa casa ad alta tecnologia energetica – che non è una proiezione lontana ma una possibilità presente – non solo può utilizzare fonti rinnovabili per gli usi elettrici, ma può abbattere il consumo di combustibili fossili anche utilizzando pompe di calore per il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio. Ottenendo come vantaggio aggiuntivo la riduzione delle polveri sottili che rappresentano una minaccia centrale nelle città.

L’Italia gode di un buon piazzamento in Europa

Non a caso il Pniec, Piano integrato nazionale energia e clima, attribuisce un ruolo centrale alle pompe di calore per il soddisfacimento degli obiettivi sulle rinnovabili termiche. Anche perché l’Italia gode di un buon piazzamento in Europa sul fronte delle rinnovabili grazie allo sforzo compiuto nel primo scorcio di secolo, ma ha visto rallentare visibilmente la crescita in questo campo da parecchi anni e, in mancanza di un colpo di reni, rischia di trovarsi in difficoltà rispetto ai target al 2030.

La casa giocherà dunque un ruolo molto importante in una partita che vede un clamoroso sorpasso: nel primo semestre del 2020 per la prima volta in Europa le fonti rinnovabili hanno prodotto più energia elettrica del totale delle fonti fossili. Questo primato è stato agevolato da condizioni molto favorevoli per eolico e solare e dal lockdown che ha tagliato i consumi totali dando la precedenza a quelli basati sull’energia pulita, ma disegna uno scenario che potrebbe concretizzarsi stabilmente in tempi piuttosto brevi.