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Grab: la ciclovia più bella del mondo

La realizzazione  del Grab dopo tanti anni di ritardi, lungaggini burocratiche sembra davvero concretizzarsi. Data prevista: 2022  (con realismo) 

di Maria Pia Terrosi
Qualche anno fa, alla presentazione del progetto, il Grab (Grande Raccordo anulare per le bici) di Roma – è stato definito una sorta di Grand Tour in chiave moderna. Un anello ciclopedonale lungo circa 44 chilometri. Si sviluppa all’interno della città partendo dal Colosseo, attraversando ville storiche come Villa Ada e Villa Borghese, avvicinandosi alle architetture contemporanee di Zaha Hadid e Renzo Piano, unendo San Pietro e Torpignattara, percorrendo gli argini dei fiumi, incrociando linee metropolitane e ferroviarie.

Una vera calamita per cicloturisti e viaggiatori. Secondo stime condotte all’epoca da Ancma  (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori. di Confindustria)  più di 600.000 turisti già nel primo anno di vita sarebbero stati pronti a pedalare sul Grab. Mentre il valore economico del progetto fu stimato pari a oltre 14 milioni di euro. Numeri vecchi di qualche anno, e per di più pre-Covid, ma da considerare con attenzione visto che la bicicletta non è certo un mezzo penalizzato dalla pandemia. Tutt’altro. 

Per prima cosa va detto che il  Grab è un progetto nato dal basso

E’ frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto molti cittadini, comitati e associazioni tra cui VeloLove, Legambiente, Touring Club italiano, Vivitalia, Free Whells, Parco regionale dell’Appia antica. L’idea era realizzare una infrastruttura leggera, accessibile a tutti, a basso impatto ambientale, in grado di attirare turisti e al tempo stesso migliorare i luoghi che attraversa.

A distanza di anni finalmente in questi ultimi mesi la realizzazione del Grab ha avuto un’accelerazione. A gennaio, infatti,  il progetto esecutivo è passato in Conferenza dei servizi e nei prossimi mesi dovrebbe arrivare l’approvazione definitiva. E, visto che il tracciato del Grab è stato già definito, si potrebbe  iniziare ad aprire i cantieri per  realizzare l’infrastruttura vera e propria. Il che vuol dire che – realisticamente – nella seconda metà del 2022 il Grab dovrebbe essere completato.  

“Quello che stiamo realizzando è un progetto ambizioso per una grande capitale”, ci spiega Sebastiano Venneri, responsabile turismo di Legambiente. “Una ciclovia si può fare in tanti modi, anche semplicemente segnando una striscia per terra, ma giocare al ribasso significherebbe condannarla all’inutilizzo, sprecare soldi. Al massimo verrebbe  usata per parcheggiarci le Smart e i motorini. Nel caso del Grab, una ciclovia urbana in una città come Roma, la fruizione dipende dalla qualità dell’infrastruttura. Questo significa che bisogna risolvere ogni criticità, realizzando una ciclovia sicura, lontana da strade ad alta intensità di traffico, piacevole da percorrere”.

Il Grab nel Sistema nazionale delle ciclovie turistiche

Accolto con entusiasmo dall’allora ministro delle Infrastrutture Graziano Del Rio, il Grab fa parte del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche finanziate dalla legge di stabilità del 2016.   Ad oggi sono 10 piste ciclabili –  nessuna delle  quali completata –  tra cui la ciclovia del Sole, la VenTo (Venezia- Torino), la ciclovia dell’Acquedotto pugliese. 

Anche se il Grab è la sola a carattere urbano. Ed è già oggi percorribile. Per i tre quarti passa nei parchi cittadini – Villa Borghese, Villa ADa Parco della Caffarella, Villa Gordiani – e su piste ciclabili già presenti. Meno del 10% del tracciato viaggia invece su strade cittadine: e questi saranno i punti dove sono necessari interventi infrastrutturali più completi, di ridistribuzione degli spazi pubblici. 

“Sebbene sia una ciclovia che attirerà  moltissimi cicloturisti,  il Grab nasce anche  con altre ambizioni: dare alla città uno strumento per agire sul tessuto urbano, modificandolo, risolvendone alcune criticità”, continua Sebastiano Venneri. “Per rigenerare e risarcire aree degradate della città. Non vogliamo realizzare una ciclovia avulsa dal contesto, ma un’infrastruttura che ha la capacità di migliorare le funzioni dei luoghi in cui passa. Penso ad esempio a un ponte sopraelevato sull’Appia Nuova all’altezza delle tombe di via Latina. Oppure all’area della Serenissima, quadrante est della città, una zona con alta infrastrutturazione, molto segnata da interventi pesanti – c’è l’A 24, il viadotto della serenissima, la linea dell’alta velocità – nella quale il Grab passerà proprio sotto i piloni dell’A 24. Con  l’obiettivo di  restituire gentilezza a questi luoghi e risarcirli delle ferite subite”.