Lanciato a Bologna un progetto di recupero e riuso delle due ruote dimenticate. O di quello che ne resta
Senza sella, ruote, pedali, spesso arrugginite e legate a un palo delle nostre città. Numerose sono le amministrazioni comunali che si trovano a fare i conti con questo problema. Anche se in Italia siamo ben lontani dai numeri di Amsterdam dove nel 2017 sono state rimosse circa 80 mila biciclette abbandonate, molti Comuni italiani stanno affrontando il problema in ottica circolare. Non considerano la bicicletta dimenticata solo un rifiuto da smaltire dal quale nella migliore delle ipotesi recuperare i materiali (alluminio, acciaio, gomma, plastica). Provano a dargli una seconda vita.
E’ quello che si sta facendo a Bologna. Proprio in questi giorni, infatti, il Comune ha lanciato un avviso pubblico per raccogliere proposte di collaborazione da parte di associazioni o cooperative sociali finalizzate al riutilizzo delle biciclette abbandonate nelle aree pubbliche della città. Il recupero prevede in prima battuta la riparazione della bici con l’assemblaggio di parti e componenti meccaniche mancanti. Se impossibile, si punta al riutilizzo delle componenti in altre bici.
Al momento – si legge nella nota del Comune – la procedura di recupero delle biciclette abbandonate, prive di alcune parti essenziali, distorte, arrugginite o in sosta da lungo tempo, prevede che si apponga un avviso sulla bici per 10 giorni, nell’impossibilità di identificare il proprietario. Se nei 10 giorni non accade nulla, la bicicletta viene rimossa. Prima della demolizione, poi, viene custodita presso la ditta incaricata altri 10 giorni. Cinque giorni saranno a disposizione del legittimo proprietario. I restanti 5 a disposizione dell’associazione/cooperativa sociale per un’eventuale proposta di riuso.
Il progetto dell’amministrazione di Bologna unisce a quella ambientale anche una finalità sociale: le bici – una volta riparate – potranno essere destinate a persone con difficoltà.