Le soluzioni offerte dal passaggio del Grab nell’area di Villa Gordiani nell’ultimo webinar sui Cantieri del Grab
Criticità certo, ma anche risorse da valorizzare a partire dalle straordinarie presenze archeologiche di Villa Gordiani. Nel quadrante est di Roma, sono molti gli spunti e le sollecitazioni offerte dal passaggio del Grab che potranno riqualificare e dare un nuovo volto a questa parte di città.
L’ultimo webinar Cantiere del Grab affronta la parte di tracciato che attraversa villa Gordiani e il Parco lineare. “Il Grab è una ciclovia unica non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Attraversa molti ambienti diversi e ricuce pezzi di città. Qui come in altre parti del suo tracciato, è tante cose insieme: infrastruttura turistica per il turismo sostenibile, ciclovia per gli spostamenti quotidiani dei cittadini, occasione di riqualificazione degli ambienti naturali e degli spazi urbani”. A sottolinearlo è Lucina Caravaggi, del Dipartimento architettura e progetto de La Sapienza di Roma.
Una infrastruttura – come più volte ribadito anche in quest’ultimo laboratorio progettuale on line voluto da Legambiente – che ha la sua forza nella capacità di creare rete con le piste esistenti e quelle in via di realizzazione, di definire interconnessioni con i luoghi della città di interesse culturale, di aggregazione sociale. E, infine, di promuovere la riqualificazione del territorio.
Un’infrastruttura riconoscibile
“Proprio perché attraversa contesti urbani molto diversi tra loro – dalle aree monumentali in centro città ai parchi naturali come Villa Ada, da contesti urbani consolidati ad altri più esterni – è importante che il Grab sia sempre riconoscibile. La necessità di garantire la sua continuità passa anche attraverso l’adozione di alcune soluzioni semplici. Come l’utilizzo di tipologie di pavimentazioni ricorrenti, l’impiego di adeguata segnaletica, di segnavia luminose e di bande verdi”, ha precisato Cristina Imbroglini, che si è occupata della progettazione di questa parte del tracciato .
“Nel passare all’interno di Villa Gordiani la valorizzazione delle strutture archeologiche di grandissimo valore che sono presenti è stata un elemento chiave. La stessa definizione del tracciato di attraversamento è stata compiuta con l’obiettivo di assicurarne la migliore fruizione in termini di visibilità”, ha aggiunto.
Nel confronto con le criticità e le potenzialità offerte dagli spazi urbani, il Grab ha provato a definire una nuova articolazione della ciclovia, la strada ciclabile. In pratica una strada con un limite massimo di velocità pari a 30 km/h dove convivono il traffico veicolare dei soli residenti e quello ciclabile, che ha assoluta precedenza sul primo. Una soluzione peraltro diffusa in molte città europee.
L’esperienza di Amsterdam
A proposito di città bike-friendly l’esperienza virtuosa di Amsterdam è stata richiamata dalla vice ambasciatrice olandese, Dewi Van de Weerd. “In Olanda oggi ci sono 23 milioni di bici e il 27% degli spostamenti – in certi casi anche il 60% – avviene in bici. Questo è possibile grazie a una rete di piste ciclabili che complessivamente arriva a 36.000 chilometri. E’ però essenziale che questa rete sia interconnessa con quella dei trasporti. Penso soprattutto ai treni: il binomio bici- treno o metro è molto utilizzato in Olanda permettendo a tanti olandesi di utilizzare la bici negli spostamenti quotidiani. Voglio però ricordare che 40 anni fa non era così: la bici era utilizzata molto poco. La situazione di oggi è frutto di decisioni e scelte precise in direzione di una mobilità sostenibile. Ora è il turno di Roma.”
Ripensare la mobilità
Affinché il Grab diventi uno strumento per riconfigurare il sistema dei trasporti bisogna anche realizzare tutte le infrastrutture necessarie per favorire questa mobilità. “Sarà fondamentale che si creino parcheggi per bici, bike service, ciclofficine, che sono anche occasioni preziose per dar vita a nuovi spazi di socialità e sviluppare la micro economia locale”, ha ricordato Stefano Brinchi, di Roma servizi per la mobilità.
“Spesso quando si parla di periferie – ha precisato Fabio Brandoni di Legambiente – ci si concentra sulla criticità e sui problemi, ma occorre pensare anche ai punti di forza che ci sono in queste realtà. E il passaggio del Grande raccordo delle bici può favorire interventi che facciano da volano allo sviluppo del territorio”.
Questo atteggiamento permette una visione di città meno omologata nella quale anche gli spazi più difficili come l’area sottostante i piloni dell’autostrada A24 possono essere valorizzati. In questo caso la proposta di riqualificazione di questo spazio viene da uno studio di architettura Pillar Design Studio che ha regalato al Grab un progetto di skate park. Trasformando uno spazio di risulta a rischio degrado in un luogo di socialità a disposizione dei ragazzi del quartiere.