L’effetto pandemia va a incidere sulle forme e sui mezzi di trasporto che orienteranno gli spostamenti in Italia. Ricerca Bva-Doxa per il gruppo assicurativo Groupama
L’effetto pandemia si sente, eccome. E incide sulle forme e sui mezzi di trasporto che in futuro orienteranno gli spostamenti in Italia. Nei prossimi 10 anni, un italiano su due (53%) si dice pronto a rivedere sostanzialmente le proprie abitudini in termini di mobilità.
A rilevarlo è una ricerca Bva-Doxa per l’Osservatorio “Change Lab, Italia 2030” realizzato dal gruppo assicurativo francese Groupama che ha voluto indagare i principali trend che entro il 2030 cambieranno le abitudini di vita degli italiani, partendo proprio dall’analisi dell’impatto che la recente pandemia ha avuto sulla mobilità nel nostro Paese.
Oggi nove italiani su dieci non possono fare a meno della propria auto: solo il 7% ritiene possibile rinunciarvi. La quasi totalità (97%) degli intervistati dichiara di avere almeno un’automobile in famiglia. Più di sette su dieci confermano di utilizzarla come mezzo di trasporto preferito sia nella quotidianità (72%) che per i viaggi fuori città (79%). Un dato sorprendente riguarda però gli over 55, che ritengono meno indispensabile il possesso di un’auto di proprietà per il 33%.
C’è inoltre un’interessante correlazione tra la grandezza del Comune di residenza e la possibilità di vivere senz’auto. La percentuale varia infatti dal 5% per chi abita in piccoli centri (meno di 10.000 abitanti) al 10% di chi risiede in grandi città (più di 100.000 abitanti).
I giovani cambiano le proprie abitudini
Tra 10 anni il 18% degli italiani prevede di non avere a disposizione un unico mezzo di trasporto principale, ma di scegliere di volta in volta il mezzo più congeniale in base allo spostamento che dovrà affrontare: gli italiani si aprono anche a biciclette, monopattini, sharing, mezzi pubblici e nuove abitudini. Nelle previsioni degli intervistati la macchina “di famiglia” rimarrà ancora tra i mezzi generalmente più utilizzati (76%), precedendo le bici di proprietà (23%) e i mezzi pubblici (15%). Tra i più inclini a cambiare le proprie abitudini, sicuramente i giovanissimi tra i 18 e i 25 anni (66%).
Le città e i cittadini stanno scoprendo anche i benefici di una nuova mobilità, dal carattere più marcatamente green: biciclette, e-bike, monopattini e scooter elettrici stanno ormai diventando alleati in ogni spostamento quotidiano. La diffusione dei mezzi di mobilità leggera sul territorio risulta però fortemente disomogenea: si va dal 65% del nord Italia al 38% del sud e isole, passando per un 50% del centro.
Prende piede il car sharing
Secondo i dati dell’Osservatorio Groupama, attualmente solo tre italiani su dieci (29%) hanno utilizzato almeno una volta il servizio di car sharing; quattro su dieci se consideriamo gli under 35. Meno adoperati invece lo scooter sharing e il bike sharing: rispettivamente 12% e 21% del campione.
La quasi totalità degli intervistati (94%) risulta pienamente soddisfatta del servizio di car sharing: ne apprezza il risparmio di tempo (54%) e denaro (47%) e il minor impatto ambientale (34%).
Lo scooter sharing riporta valori del tutto simili per livelli e motivi di soddisfazione. Per quanto riguarda invece il bike sharing, il livello di soddisfazione è leggermente più basso (86%): in generale, un utente su due ne apprezza il basso impatto ambientale, mentre tra i motivi di insoddisfazione vengono citati l’inefficienza del servizio (38%), la scomodità (31%), la carenza di punti di utilizzo (31%) e i costi (31%).
Nei prossimi 10 anni il servizio di car sharing sarà molto più utilizzato: il 62% del campione intervistato è convinto che ne farà uso. Anche il bike sharing dovrebbe registrare un’impennata degli utenti. Lo scooter sharing sarà scelto, invece, da tre su dieci. I giovani tra i 18 e i 34 anni si dichiarano i più propensi a far ricorso alla mobilità condivisa.
L’ambiente andrà più tutelato
Ad ogni modo, su un dato gli Italiani risultano tutti pienamente d’accordo: anche in tema di mobilità, l’ambiente – guardando al 2030 – dovrà essere sempre più tutelato. E come? Per il 35% limitando al massimo o addirittura abolendo l’uso di veicoli inquinanti in città; per il 36% utilizzando solo mezzi di trasporto ecologici e per tre italiani su dieci (29%) facendo ricorso alla mobilità multimodale per gli spostamenti: più mezzi e forme di trasporto, anche condivise, e meno inquinanti.
Tra le altre tematiche ambientali che emergono dall’indagine, l’adozione di carburanti 100% ecologici (89%) e automobili full electric (81%). Quanto ai cambiamenti che vorrebbero vedere attuati nelle città nei prossimi 10 anni, circa un intervistato su due (48%) indica come obiettivo per il 2030 un aumento di piste ciclabili e una maggiore presenza di mezzi pubblici (47%), confermando quindi una propensione verso l’intermodalità.