La Spagna sceglie i 30 km all’ora

Il nuovo codice della strada impone limiti di velocità molto più stringenti all’interno dei centri urbani

Da martedì 11 maggio in Spagna il nuovo codice della strada impone limiti di velocità molto più stringenti all’interno dei centri urbani. Si dovrà marciare a 20 chilometri all’ora su tutte le strade con carreggiata unica e marciapiede (tipicamente i vicoli e le stradine dei centri storici), a 30 orari sulle carreggiate caratterizzate da un unico senso di marcia mentre l’attuale limite di 50 km/h resterà soltanto sulle strade con due o più corsie per ciascun senso di marcia.

Ridurre il tasso di infortuni mortali

La nuova norma – approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso novembre – ha l’obiettivo principale di ridurre il tasso di infortuni e di morti nelle città. Secondo i dati presentati dal direttore della DGT dirección general de Tráfico, Pere Navarro, interpellato dal quotidiano catalano La Vanguardia, queste modifiche al codice della strada, che interesseranno quasi il 90% delle strade urbane, permetteranno di ridurre il rischio di morte dell’80% quando si viene investiti da un’automobile. Se infatti a 50 chilometri all’ora la possibilità di perdere la vita dopo essere stati investiti è del 90%, a 30 chilometri all’ora queste possibilità si riduce fino al 10%. Peraltro nelle zone a traffico limitato già attive il tasso di riduzione degli incidenti ha superato il 40%.

Nel 2019 – l’ultimo anno senza pandemia, con una circolazione regolare di auto – 509 persone sono morte in Spagna per incidenti stradali nelle città. Le multe in caso di superamento dei nuovi limiti di velocità nelle città vanno da 100 euro a 600 euro, oltre al taglio di punti della patente.

Quartieri più vivibili

Sul sito ufficiale con cui il governo ha scelto di motivare la scelta ambiziosa di estendere la zona 30 nella maggior parte delle città spagnole si legge che questo nuovo limite di velocità non soltanto contribuirà a migliorare la sicurezza stradale, ma andrà a beneficio anche della vivibilità dei quartieri.

La Spagna rappresenta un esempio per sperimentazioni simili riprese poi altrove: da tempo Bilbao, ad esempio, ha esteso le zone 30 all’87% delle vie per rendere la città “più sostenibile, pacifica e umana” come ha spiegato il sindaco Juan Mari Aburto. Un altro esempio virtuoso arriva da Barcellona che ha interi quartieri proibiti alle automobili (a meno che non siano quelle dei residenti).

I quartieri car-free nel mondo

Ma nel mondo ci sono già i quartieri car-free, dove i cittadini si sono riappropriati dello spazio pubblico.

A Tempe, città statunitense vicino a Phoenix, in Arizona, uno studio di urbanisti ha ideato Culdesac, che diventerà quartiere car free: un investimento complessivo di 140 milioni di dollari porterà presto all’inaugurazione di una zona della città dove le macchine non potranno entrare (da lì il richiamo al cul de sac). Ci saranno ristoranti, negozi, palestre e collegamenti con l’Arizona State University e il vicino aeroporto senza alcun bisogno di parcheggi o auto in circolazione.

A otto chilometri dal centro di Vienna il Autofrei Siedlung (insediamento senz’auto) di Nordmanngasse è un quartiere collegato alla città grazie a un trasporto pubblico efficiente. Le 600 famiglie che lo abitano non hanno l’auto perché quando si sono trasferite si sono impegnate a non intasare le strade comprando un’automobile.

L’associazione “Vivere senz’auto”

A Friburgo, in Germania, nel quartiere Vauban, oltre 400 famiglie sono socie dell’associazione “Vivere senz’auto” e quelle che possiedono un veicolo possono parcheggiarlo in uno dei due garage del quartiere. Così lo spazio pubblico è libero dal traffico automobilistico.

Negli anni novanta il comune di Amsterdam ha scelto di riqualificare un’area di 6 ettari dove era presente un vecchio impianto di trattamento dell’acqua. Oggi vi abitano 1.800 persone e ci sono soltanto 100 parcheggi per le automobili. Per spostarsi da una parte all’altra i residenti sfruttano sentieri, strade e ciclabili.

Uno dei quartieri più eco-friendly si trova vicino Londra. BedZED (Beddington Zero Energy Development) nasce come progetto nel 1997 e diventa realtà nel 2002. Si tratta del primo insediamento a zero emissioni di CO2: 87 case, 17 appartamenti, 1405 metri quadrati commerciali, progettati dall’architetto Bill Dunster senza emissioni fin dal momento della sua costruzione. Anche qui la solita idea: più spazio alle persone e alla socialità e meno alle automobili. In questo villaggio ecosostenibile gli spostamenti in auto sono il 64% in meno rispetto alla media (vale a dire che ogni anno si evitano oltre 2.300 km percorsi in macchina).