Più sharing, più veicoli elettrici, meno auto in città

Il rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility e di Motus-E. Le proposte per l’e-sharing in Italia al 2030

Il car sharing è uno strumento utile alla riduzione dell’inquinamento delle città. Ma a livello nazionale c’è bisogno di avere più auto in grado di servire aree più ampie e di raggiungere un numero maggiore di città. Altro passaggio fondamentale è ampliare le flotte con sempre più veicoli elettrici per triplicare le auto in sharing al 2030. Questi sono gli obiettivi strategici proposti dal Rapporto “Lo sviluppo di servizi di car sharing con veicoli elettrici” redatto dall’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility e da Motus-E.

Parola d’ordine: ridurre

La parola d’ordine del documento è ridurre. Non solo le emissioni, ma più in generale il numero di auto presenti in Italia: la media nazionale parla di 646 vetture immatricolate ogni mille abitanti. Un primato che in Europa ci vede dietro solo al Lussemburgo. Quale dev’essere la strada maestra per eliminare un po’ dei veicoli in circolazione?

L’idea di fondo, per diminuire il parco circolante, è condividere i mezzi di trasporto. Così facendo si diminuirebbero le emissioni di CO2, si migliorerebbe la qualità dell’aria e si ridurrebbe il traffico nelle città, con conseguenti benefici sulla vita quotidiana dei cittadini.

L’Europa ha già fissato i suoi obiettivi per il 2030: abbassare le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990. Una sfida ambiziosa a cui l’Italia ha risposto “presente”. Ma servirà che i trasporti facciano la loro parte, arrivando a 6 milioni di veicoli elettrificati nella Penisola (4 milioni di full electric e 2 milioni di plug-in hybrid, pari al 15% del parco circolante) all’inizio del prossimo decennio, quando si spera che le vendite avranno raggiunto il 50% del mercato.

Fase di transizione

La promozione del carsharing elettrico deve tenere conto della fase di transizione che attraversa il settore e alcuni elementi di contesto, come la crisi pandemica e l’uscita dal mercato di alcuni operatori elettrici (sharen’go, Bluetorino) e l’ingresso di nuovi (LeasysGo a Roma, Milano e Torino). Secondo i dati presentati dal Rapporto, attualmente la quota di elettrificazione del carsharing in Italia è tornata ai livelli del 2015, pur rimanendo tra i servizi di mobilità in condivisione il più elettrificato.

Come per la diffusione dell’auto elettrica, anche per l’e-sharing tra le maggiori criticità c’è un’insufficiente e poco uniforme diffusione delle infrastrutture di ricarica. I “distributori” elettrici sono attualmente 9.709 con un totale di 19.324 punti di ricarica. Sono localizzati per il 56% nelle regioni del nord, per il 23% in quelle del centro e solo il 21% in quelle del sud e nelle isole maggiori.

Le soluzioni necessarie

Nel rapporto vengono individuate le soluzioni necessarie per aumentare l’offerta di car sharing, la penetrazione delle auto elettriche sul territorio italiano e la diffusione dell’e-sharing. Dagli incentivi all’elettrificazione delle flotte condivise ai taxi elettrici, dal buono mobilità per l’uso dei servizi di sharing mobility in caso di rottamazione di un veicolo inquinante ai trattamenti fiscali per incoraggiare il servizio di car sharing.

A livello locale il documento propone di ridisegnare le strade, garantendo spazio adeguato a tutte le modalità e tipologie di veicolo (con priorità alla mobilità sostenibile) e promuovere forme di micro-car sharing e car sharing cooperativo con veicoli elettrici. Le stazioni ferroviarie dovranno ricoprire il ruolo di hub della mobilità condivisa ed elettrica, che dovrà essere supportata da una rete di ricarica adeguata e ben pianificata.