Presentata alla Commissione europea la richiesta di istituire un servizio ambientale retribuito per gli under 35
Negli ultimi 40 anni – secondo l’Agenzia europea dell’ambiente – gli eventi estremi legati al clima hanno causato perdite economiche per un totale di 446 miliardi di euro. A conferma di come gli effetti dell’emergenza climatica danneggino non solo l’ambiente ma anche l’economia. E le stime per gli anni a venire non sono rassicuranti. Occorre dunque agire per minimizzare ulteriori danni. Per questo è stata lanciata un’iniziativa per chiedere alla Commissione europea di istituire un Servizio civile ambientale, con un finanziamento sufficiente per renderlo efficace.
Il Servizio – retribuito e destinato ai giovani sotto i 35 anni – potrebbe aiutare a raggiungere diversi obiettivi: alzare la sensibilità verso la tutela dell’ambiente, contrastare i cambiamenti climatici e dare un forte impulso all’occupazione giovanile. Tra le attività che potrebbero essere svolte: piantumazione e rimboschimento, azioni di contrasto all’erosione del suolo, messa in sicurezza del territorio per prevenire frane e inondazioni.
“Investire nel Servizio ambientale significa liberare i giovani dalla doppia gabbia dell’esclusione lavorativa e dell’ansia per l’incombente crisi ecologica, che li priva di un futuro in cui sperare. Ma significa anche fare una scelta economicamente sensata, poiché i dati ci dicono che 1 euro speso in prevenzione fa risparmiare fino a 4 euro in riparazione dei danni”, ha commentato Eleonora Evi, l’europarlamentare verde che ha lanciato l’iniziativa.
Il Servizio ambientale potrebbe offrire opportunità di lavoro retribuite dignitosamente e socialmente utili nelle aree interne, aiutandole così a trovare nuova vita. Potrebbe anche essere d’ausilio al settore agricolo che, secondo i dati di Coldiretti, ha perso oltre 14 miliardi di euro nell’ultimo decennio tra danni alla produzione agricola e alle infrastrutture nelle campagne a causa dell’accentuata variabilità climatica. I giovani impiegati nel programma potrebbero piantumare specie arboree autoctone e curare siepi campestri o aree ripariali, migliorando così gli habitat faunistici e le connessioni ecologiche.