politiche ambientali

Decarbonizzazione fa rima con occupazione

Rinunciare alle fonti fossili potrebbe far crescere i posti di lavoro nel settore energetico da 18 a 26 milioni 

Al contrario di quanto viene spesso affermato, la decarbonizzazione del settore energetico farà crescere l’occupazione.  Se oggi sono circa 18 milioni le persone che nel mondo lavorano nell’ambito energetico, nei prossimi 30 anni potrebbero salire a 26 milioni in uno scenario di decarbonizzazione.

Sono i risultati dello studio “Meeting well-below 2°C target would increase energy sector jobs globally” pubblicato sulla rivista One Earth. Lo studio ha considerato la crescita potenziale di occupazione in 50 Paesi del mondo da qui al 2050. In particolare raggiungere gli obiettivi fissati negli accordi di Parigi e mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi. Questo potrebbe portare a un aumento netto di 8 milioni di posti di lavoro nel settore energetico. 

I ricercatori hanno verificato i dati nei diversi settori energetici (carbone, gas, petrolio, nucleare, energia idroelettrica, varie tecnologie di solare, biocarburanti, eolico onshore, eolico offshore, biomassa solida) e ambiti di lavoro (costruzione e installazione, operazioni e manutenzione, produzione, produzione di carburante, raffinazione).

Ne è emerso che, se complessivamente diminuirà l’occupazione nel settore dei combustibili fossili (9,5 posti di lavoro in meno), in quasi tutti i Paesi tale perdita sarà più che compensata dall’aumento dei posti di lavoro nelle rinnovabili. Una perdita netta di posti di lavoro nel sistema energetico a causa della decarbonizzazione potrebbe comunque verificarsi in Cina e in alcuni Paesi esportatori di combustibili fossili come Messico, Australia, Canada, Sud Africa, Nigeria e Angola.

Per arrivare a quantificare la decarbonizzazione in termini occupazionali, per ogni kWh prodotto – in ogni paese –  i ricercatori hanno calcolato l’impronta lavorativa. Ovvero il numero di posti di lavoro necessari per ottenerlo. Il passo successivo è stato stimare i posti di lavoro necessari per coprire il fabbisogno energetico nei vari scenari ipotizzati. 

Oggi il settore energetico globale impiega circa 12,6 milioni di persone nelle industrie dei combustibili fossili (80% nell’estrazione),  4,6 milioni nelle  energie rinnovabili e 0,8 milioni nel nucleare.

Con la decarbonizzazione l’84% dei posti di lavoro energetici totali nel 2050 sarebbe nelle rinnovabili, l’11% nei combustibili fossili e il 5% nel nucleare. I posti di lavoro nei combustibili fossili potrebbero diminuire da 12,6 milioni a 3,1 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, mentre i posti di lavoro nelle rinnovabili potrebbero aumentare da 4,6 milioni a ben 22 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.