La città stile Black Mirror può aspettare

Nelle aree urbane l’uso dell’Intelligenza artificiale offre molti vantaggi ma ci sono alcune criticità da risolvere. La posizione del Parlamento Ue

Se l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nelle aree urbane può fare la differenza in molti settori – mobilità, consumi energetici, gestione rifiuti, sviluppo urbano, sicurezza – al tempo stesso pone alcuni interrogativi. E’ il tema affrontato dalla  ricerca “Intelligenza artificiale e sviluppo urbano” condotta su richiesta della Commissione europea Regi – Commissione per lo sviluppo regionale. 

La prima criticità è connessa propria alla capacità dell’Intelligenza Artificiale di mettere insieme ed elaborare una gran quantità di informazioni e dati dialogando con le varie tecnologie digitali utilizzate in città nei diversi ambiti. E’ evidente che la gestione di questa gran quantità di dati può comportare rischi per la sicurezza e la vita privata dei cittadini. Di vario genere: dalla invasività alla difficoltà di esercitare un controllo sui processi automatizzati, fino alle implicazioni etiche connesse ai processi decisionali dell’IA.

A questi problemi si aggiungono i rischi legati alle prestazioni degli algoritmi di auto apprendimento dell’Intelligenza Artificiale. Possono generare o riprodurre pregiudizi e condurre a decisioni sbagliate.

Lo studio inoltre evidenzia alcuni effetti di natura economica legati allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nelle aree urbane. Prima di tutto la perdita di posti di lavoro dovuta all’automazione potrebbe generare un divario sociale all’interno dei diversi quartieri della città e delle aree urbane rispetto alle aree rurali. 

In pratica – si legge nelle studio – gli effetti legati allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale si fa sentire maggiormente sui lavoratori più  vulnerabili. E quindi può avere conseguenze sulla coesione territoriale nel caso in cui gli abitanti interessati siano concentrati in specifici quartieri. 

Che il tema della gestione dei dati e dell’Intelligenza artificiale necessiti di riflessione e attenzione è dimostrato anche da una recente decisione del Parlamento europeo. Si è espresso ufficialmente contro l’uso dei sistemi di riconoscimento facciale negli spazi pubblici. Al fine di tutelare il rispetto della privacy, della dignità umana ed evitare pratiche discriminatorie. 

La risoluzione, adottata con 377 voti a favore,  ha sottolineato come i sistemi di identificazione basati sull’intelligenza artificiale possano comportare  discriminazioni. Nei confronti dei gruppi etnici minoritari, delle persone della comunità lgbtqi, degli anziani e delle donne.

I deputati europei si sono detti contrari a sistemi di sorveglianza predittiva basata sui comportamenti delle persone. Così come su quelli basati su un punteggio sociale che tenta di valutare l’affidabilità dei cittadini e delle cittadine sulla base del loro comportamento o personalità. 

 “Stiamo inviando un chiaro segnale che i diritti fondamentali sono incondizionati”, ha detto il relatore Petar Vitanov. “Chiediamo una moratoria sul dispiegamento dei sistemi di riconoscimento facciale per scopi di applicazione della legge, poiché la tecnologia ha dimostrato di essere inefficace e spesso porta a risultati discriminatori. Ci opponiamo chiaramente alla sorveglianza predittiva basata sull’uso dell’Ai, così come a qualsiasi elaborazione di dati biometrici che porti alla sorveglianza di massa. Questa è una grande vittoria per tutti i cittadini europei”, ha concluso.