agrivoltaico

Trasformare le cave dismesse in parchi agrovoltaici

L’accordo tra Coldiretti e Anie Rinnovabili consentirà di recuperare al doppio uso agricolo e di generazione elettrica molte delle 14.000 cave esaurite presenti in Italia

Trasformare le cave dismesse in parchi agrovoltaici integrando la produzione elettrica e la coltivazione agricola. E’ questo l’obiettivo dell’accordo siglato da Coldiretti con Anie Rinnovabili (associazione di aziende del settore dell’energia da fonti rinnovabili elettriche), Anepla (associazione nazionale alla quale aderiscono le imprese del settore estrattivo) e Consorzio Cascina Clarabella (cooperative per la cura e il reinserimento sociale e lavorativo di persone con disagio psichico o socialmente svantaggiate).

La partnership punta a favorire la transizione verso un modello energetico più sostenibile e al contempo creare nuove aree di coltivazione. In particolare Anepla valuterà le aree idonee alla riconversione mentre Anie Rinnovabili si occuperà della progettazione selezionando le tecnologie innovative per la realizzazione degli impianti fotovoltaici senza compromettere l’utilizzo agricolo dei terreni. Coldiretti e Cascina Clarabella individueranno i progetti sociali di agricoltura e allevamento da destinare sui terreni.

In Italia oggi le cave dismesse e abbandonate sono oltre 14 mila. Dato riportato da Legambiente nel suo Rapporto Cave 2021, che incrocia i dati Istat con quelli forniti da regioni e province autonome. 

E molte di queste si prestano bene ad un uso combinato, agricolo e energetico. “L’idea è unire in un connubio virtuoso la produzione agricola e quella di energia rinnovabile. Senza che l’una tolga spazio all’altra come è successo nel recente passato. Con il vantaggio di rendere le aziende agricole più competitive perché si riducono i loro costi di approvvigionamento energetico e si migliorano le prestazioni climatico-ambientali”, spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. 

“La maggior parte delle cave dismesse era dedicata all’estrazione di ghiaia e sabbia per il settore delle costruzioni”, precisa Claudio Bassanetti, presidente Anepla. “Il loro terreno permette di realizzare impianti fotovoltaici con semplici sistemi di fissaggio e palificazioni facilmente rimovibili e riciclabili in futuro. Inoltre la stragrande maggioranza di queste cade è in terreni che hanno ancora la destinazione urbanistica agricola. L’agri-fotovoltaico, ancora poco diffuso in Italia ma conosciuto e teorizzato da tempo in tutto il mondo. Offre l’opportunità di rispondere sia al fabbisogno energetico che a quello della produzione alimentare”.

Senza contare che i nuovi sistemi agro-voltaici saranno dotati di tecnologie innovative che permettono di conciliare la produzione agricola con quella elettrica. “Questo connubio avrà importanti risvolti per il Paese in termini di sostenibilità ambientale ed economica per la valorizzazione del territorio”, aggiunge Alberto Pinori, presidente di Anie Rinnovabili.