mobilità elettrica

Auto elettrica ha emissioni CO2 fino a 29 volte inferiori a una termica

Uno studio della Fondazione Caracciolo analizza le variabili che incidono sulle emissioni di un veicolo elettrico calcolate nel ciclo vita 

Considerando l’intero ciclo di vita –  dalla culla alla tomba – una city car a benzina può avere un carico emissivo fino a 29 volte superiore rispetto a quello di una  elettrica. Ovvero 146 g/km di CO2 rispetto a  5,5 g/km. 

Il dato viene dalla Fondazione Caracciolo che in questi giorni, durante Electric Days 2022, ha presentato lo studio  “Le variabili emissive dell’auto elettrica: ricarica, tragitto  e stili di guida” . La considerazione di partenza è che per calcolare l’effettivo carico emissivo di un’auto elettrica occorre considerarne l’intero ciclo di vita e analizzare i fattori che entrano in gioco. 

Le variabili che pesano sulla Carbon Footprint

Ad esempio: come e dove è stata costruita l’auto? Utilizzando energia proveniente da quali fonti? Come sarà ricaricata? Che utilizzo ne verrà fatto? Valutando questi aspetti emerge che i fattori che più incidono sull’emissione di CO2 sono l’estrazione dei materiali necessari per la costruzione delle batterie e il mix energetico utilizzato per produzione del veicolo

Ad esempio il carico emissivo di un veicolo prodotto e assemblato in Cina (dove sono prevalenti le fonti fossili), risulta superiore del 35% rispetto allo stesso veicolo realizzato in Europa. A parità di tutti gli altri parametri.

La migliore auto elettrica e la peggiore 

Lo studio diventa uno strumento di analisi utile per mettere a fuoco su quali aspetti intervenire per contenere il carico emissivo di un veicolo elettrico. 

La ricerca ha preso in considerazione differenti tipologie di auto elettriche, partendo dai due estremi. L’auto elettrica migliore in termini di Carbon Footprint è realizzata con energia 100% green, ricaricata con energia rinnovabile autoprodotta e ha ridotte percorrenze annue. La peggiore è prodotta utilizzando non meno del 70% di energia da fonti fossili, ricaricata dalla rete elettrica e ha lunghe percorrenze. 

“Nel determinare i valori emissivi – si legge nello studio – le variabili condizionano fortemente il risultato finale. Riguardano la tipologia del veicolo, il Paese di fabbricazione, la modalità di ricarica e di produzione energetica e in generale le modalità di utilizzo dell’auto. Confrontando i risultati nei diversi scenari si evidenzia come rispetto a uno stesso veicolo le emissioni si possono ridurre fino a 25 volte”. 

Il modello più virtuoso – una city car elettrica costruita e alimentata con energia 100% rinnovabile autoprodotta e con stile di guida virtuoso – ha emissioni nell’intero ciclo vita pari a 5,5 g/km. 

Anche le caratteristiche del veicolo (massa e capacità della batteria) incidono significativamente sulle emissioni. Un’auto di segmento D (vetture di lunghezza compresa tra i 4,5 e i 5 metri) ha una carbon footprint superiore del 40% a quella di una citycar.