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Gli investimenti sulle rinnovabili raddoppiati in 5 anni

Nonostante l’incertezza dei governi nel trovare soluzioni efficaci e lungimiranti per risolvere la crisi energetica in corso, il mercato si muove senza troppi dubbi verso le energie rinnovabili.

Le rinnovabili sono una fonte energetica che ogni Paese può autoprodurre, evitando le oscillazioni dovute alle incertezze geopolitiche e che allo stesso tempo risponde alle sempre più stringenti norme che impongono alle aziende una road map verso la carbon neutral.             

A dirlo sono i numeri emersi dai tre giorni di dibattito a ZeroEmission Mediterranean, la Fiera internazionale sulle rinnovabili che si è svolta a Roma: 35 trilioni di dollari investiti a livello globale nel 2020 (corrisponde al 35% degli investimenti mondiali secondo il dato di Ernst&Young) sono andati allo sviluppo delle rinnovabili. Una cifra raddoppiata in soli 5 anni.           

Il trend è in crescita, tanto che nel 2021 BlackRock, la più grande società di investimento al mondo, ha emesso ben 5 miliardi di euro per un fondo interamente rivolto a investimenti sulle energie rinnovabili, con particolare attenzione all’industria dell’eolico e del solare.


Un ruolo fondamentale, a supporto di un mercato in evidente crescita, lo giocano gli ESG – environmental, social, governance –, ovvero i criteri di valutazione che misurano in modo preciso e sulla base di parametri standardizzati le performance ambientali, sociali e di governance di un’azienda. Uno strumento fondamentale per gli stakeholders finanziari che possono contare su una sorta di bollino qualità dell’azienda. Anche in Italia, secondo i recenti dati di Itinerari Previdenziali, il 56% degli investitori istituzionali adotta una politica di selezione degli investimenti social responsible per quanto riguarda il campo delle energie rinnovabili. Una percentuale in crescita nell’ultimo quadriennio.       

C’è però il rovescio della medaglia. Se da una parte la certificazione è utile per garantire l’investimento, dall’altra ci sono migliaia di aziende che devono adeguarsi alle normative che entreranno in vigore a livello europeo. Uno tsunami che potrebbe travolgere migliaia di imprese italiane ed europee che non sono ancora in grado di rispettare gli adempimenti imposti dalle normative in materie. La nuova Direttiva europea, Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD obbligherà 49 mila aziende europee, di cui 6 mila italiane, alla rendicontazione finanziaria secondo gli standard ESG. Ad oggi sono 11.600 le aziende in Europa che forniscono la documentazione, solo 200 in Italia.

La capacità di cogliere la consistente opportunità finanziaria sarà fondamentale per la sopravvivenza di quelle piccole medio imprese che spesso, complice anche un quadro normativo complicato, fanno fatica ad adeguarsi al cambiamento.