I veicoli per il delivery saranno responsabili del 17% delle emissioni nel 2050
L’e-commerce – solo considerando la fase di trasporto e consegna del prodotto – è responsabile del 3% delle emissioni globali di gas serra. Un dato preoccupante e peraltro destinato a crescere. Sono infatti sempre di più le persone che acquistano in rete e si fanno recapitare i prodotti direttamente a casa, senza spostarsi dalla poltrona. Tanto che, secondo stime dell’Iea, da qui al 2050 il peso emissivo dell’home delivery arriverà al 17%, in pratica quintuplicando.
Pesanti le conseguenze ambientali per le aree urbane, sia in termini di inquinamento atmosferico sia per il traffico cittadino ancor più congestionato. In questo contesto l’adozione di un nuovo modello di mobilità sostenibile basato sull’elettrificazione della flotta dei veicoli per il trasporto merci rappresenta una via d’uscita. Secondo alcune stime contenute nel rapporto Stemi “Decarbonizzare i trasporti”, l’impiego di veicolo elettrici per il delivery nelle aree urbane consentirebbe di ridurre del 37% le emissioni di CO2 rispetto a quelle prodotte da un veicolo a combustione.
Addirittura, nel settore del trasporto pesante le stime prevedono che, già oggi, un camion elettrico possa far risparmiare fino al 70% delle emissioni sul ciclo di vita.
Inoltre, per evitare la congestione dei centri urbani da parte dei mezzi di delivery, molte città europee stanno delimitando aree a traffico limitato o Lez (Low-Emission Zone) aperte solo al transito dei veicoli elettrici. In Europa, tra il 2019 e il 2022, il numero totale di queste zone è aumentato del 40% (passando da 228 a 320). L’obiettivo è di arrivare entro il 2025 ad avere oltre 500 città in Europa con una zona a basse emissioni. In pole position Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Scandinavia. Per quanto riguarda l’Italia è prevista entro il 2030 la creazione di 35 zone off-limit per i veicoli a combustione.