2019: più gas e rinnovabili, prezzi elettrici in caduta

Il calo dell’utilizzo del carbone, in Italia e in Europa, frena le emissioni di CO2

di Redazione

Più gas e rinnovabili, meno carbone, consumi in leggero calo e prezzi in caduta: questa la direzione in cui si è mosso il sistema elettrico italiano nel 2019 secondo un report di Staffetta quotidiana.

La Borsa elettrica nel 2019 ha registrato un prezzo unico di acquisto (Pun) medio di circa 52,33 euro/MWh, in calo del 14,6% sui 61,31 euro del 2018 a fronte di volumi in leggero aumento (+0,1%). Il prezzo, che nell’anno ha oscillato tra 1 euro registrati a dicembre e 108,38 a gennaio, è il quinto più basso dall’avvio del mercato, poco sopra quelli del 2004 e del 2014-15 nonostante le quantità significativamente maggiori.

Un fattore decisivo che ha influenzato al ribasso il Pun è stato il sensibile calo delle quotazioni del gas, anche in questo caso registrate tanto in Italia che in Europa. Ci sono comunque margini in aumento per le centrali a gas.

Uno sguardo ai consumi

Discorso opposto, per la prima volta da anni, per i proprietari di centrali a carbone, che con la corsa dei prezzi dei permessi di emissione dell’ultimo biennio, dopo le misure di aggiustamento dell’Ets promosse dalla Ue, hanno visto precipitare i margini in tutta Europa, a volte anche su livelli negativi. Tra le conseguenze di rilievo c’è stato il crollo dei tassi di utilizzo delle centrali – molte delle quali peraltro già prossime alla chiusura per obsolescenza – che nei primi giorni del 2020 risulta addirittura azzerato. Sul piano ambientale ciò ha significato un forte calo delle emissioni medie del comparto: la sostituzione del gas al carbone a parità di apporto termoelettrico è stato il principale fattore del calo delle emissioni italiane di CO2 (-1%) stimato da Enea per il 2019.

Infine uno sguardo ai consumi: in attesa del rapporto Terna di dicembre, dai dati attualmente disponibili emerge una richiesta di energia sulla rete nel 2019 pari a circa 319,4 TWh, in calo di uno 0,8% sull’anno precedente. In calo le importazioni nette (-13,2%), anche per le difficoltà del parco nucleare francese. Le minori importazioni sono state compensate soprattutto da un importante incremento delle rinnovabili, in particolare eolico (quasi 2,5 TWh in più o +14%) e fotovoltaico (circa 2 TWh in più o +9,1%).