Sweet home, smart home

Cresce il mercato della domotica (+40% nel 2019) per migliorare il comfort, la sicurezza e i consumi energetici tra le mura domestiche

di Goffredo Galeazzi

In tempo di coronavirus, quando la quarantena ci costringe a rimanere a casa, non avvertiamo un particolare bisogno delle possibilità offerte dalla domotica: il controllo a distanza di elettrodomestici e allarmi in questo momento non serve. Ma la smart home – una casa intelligente che sfrutta un impianto integrato per migliorare il comfort, la sicurezza e i consumi ottimizzando i carichi energetici – resta un oggetto di desiderio.

Questa tecnologia rende infatti possibile controllare ogni dispositivo con il semplice tocco di un tasto, nonché avere il pieno controllo della propria abitazione. Ad esempio, nello scenario notturno può prevedere lo spegnimento di tutte le luci, la chiusura delle tapparelle e l’attivazione del sistema d’allarme. La domotica permette inoltre un impiego intelligente dell’energia, che viene sfruttata solo dove e quando serve. Il risultato è quello di ottimizzare i consumi, riducendo nettamente i costi di gestione.

Il 40% dei consumatori ha un oggetto smart

E, visto che la pandemia non durerà in eterno (si spera), le previsioni indicano che nei prossimi cinque anni la domotica smetterà di essere considerata un “bene di lusso”; ed entrerà a far parte della nostra quotidianità. Già oggi il 40% dei consumatori italiani ha in casa almeno un oggetto smart e cresce anche la capacità di utilizzare funzioni avanzate. Nel 2019 il mercato italiano della smart home ha raggiunto un valore di 530 milioni di euro, con un aumento del 40% rispetto al 2018. A trainare sono le soluzioni per la sicurezza, gli smart home speaker e gli elettrodomestici che complessivamente coprono oltre il 60% del mercato.

Il trend di crescita è paragonabile a quello dei principali Paesi europei, anche se il divario da colmare è ancora ampio rispetto a Germania e Regno Unito (2,5 miliardi ciascuno) o alla Francia (1,1 miliardi). Insieme al mercato crescono la consapevolezza dei consumatori e la diffusione degli oggetti smart nelle case, ma anche i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy. Dati e sensazioni che evidenzia la ricerca sulla smart home dell’Osservatorio Internet of things della School of management del Politecnico di Milano.

“Il mercato delle soluzioni per la casa intelligente cresce rapidamente e mostra oggi maggiore maturità, con offerte che si concentrano sempre più sui servizi e i bisogni che gli oggetti connessi possono soddisfare”, osserva in una nota Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio IoT.

Le soluzioni per la sicuezza

Le soluzioni per la sicurezza si confermano al primo posto in termini di quote di mercato, con un valore di 150 milioni di euro, pari al 28% della spesa (+15% nel 2019). In seconda posizione, gli smart home speaker, 95 milioni, pari al 18% del mercato (+58%), che nel 2019 hanno continuato trainare le vendite degli altri dispositivi IoT per la casa connessa. Crescono anche gli elettrodomestici, che valgono 85 milioni e il 16% del mercato (+55%), di cui sempre più utenti usano le funzionalità smart (il 35%, +10% sul 2018).

Subito dietro al podio si posizionano le caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, che beneficiano della progressiva integrazione con gli assistenti vocali, dell’offerta di servizi legati alla manutenzione e della possibilità di aumentare risparmio energetico, con un valore complessivo di 65 milioni (il 12% del mercato, +44%). Seguono le casse audio (50 milioni, 9%) e le lampadine connesse (35 milioni, 7%), spinte dalle offerte che ne prevedono la vendita insieme agli smart home speaker.

Il 2019 segna il sorpasso dei nuovi canali di vendita sulla filiera tradizionale – composta da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori – che, pur in crescita del 9%, con 210 milioni, continua a perdere terreno in termini di quote di mercato, passando dal 50% del 2018 al 39%, penalizzata da un atteggiamento ancora in larga parte conservativo da parte degli installatori. A trainare il mercato negli ultimi dodici mesi sono gli e-retailer (150 milioni, +90%) e i retailer multicanale (100 milioni, +39%), che sulla spinta delle vendite degli assistenti vocali raggiungono complessivamente un valore di 250 milioni, pari al 47% del mercato.

I produttori sfruttano il canale online

Si segnalano inoltre i primi casi interessanti di distributori che hanno dato vita a veri e propri showroom dedicati alla smart home, utilizzati per fare formazione, con i produttori che sfruttano il canale online per raggiungere direttamente il consumatore finale. Sempre più aziende stanno lavorando al lancio di nuovi servizi: gli esempi sono numerosi e spaziano dal pronto intervento garantito da aziende di vigilanza in caso di tentativo di infrazione al supporto per la riduzione dei consumi energetici, passando per la possibilità di migliorare l’assistenza agli anziani.

Assieme al mercato crescono la consapevolezza dei consumatori e la diffusione degli oggetti smart nelle case: il 68% degli italiani ha sentito parlare almeno una volta di casa intelligente e il 40% possiede almeno un oggetto smart, con soluzioni per la sicurezza e smart home speaker in cima alle preferenze degli acquirenti. Aumentano anche, come si diceva, i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy: il 54% è restio a condividere i propri dati personali (+3% rispetto al 2018).