Come fare birdwatching in tempo di lockdown

Proprio in questi giorni sui tetti di Roma sono nati  pulcini di falco pellegrino. La loro vita in diretta grazie alle webcam installate nei nidi.

Anche in tempo di lockdown è possibile fare birdwatching pur rimanendo fra le quattro mura di casa. Adesempioosservare in diretta il comportamento degli uccelli, dal corteggiamento alla deposizione delle uova, dall’incubazione alla schiusa, fino all’involo dei piccoli.

Dal 2004 Ornis Italica – un’associazione di naturalisti e biologi – porta avanti Birdcam un progetto che grazie a webcam installate nei nidi degli uccelli consente di seguire un live streaming a tema ornitologico. Con la convinzione che conoscere da vicino la vita quotidiana e segreta degli uccelli è il primo passo per stimolare una maggiore sensibilità verso l’ambientee verso la tutela della biodiversità.

I nidi in webcam

Protagonisti di questi giorni a Roma i 4 pulcini appena nati di Alex e Vergine, una coppia di falchi pellegrini che occupa una cassetta nido posizionata sulla torre piezometrica dell’Acqua Vergine. Sempre nella capitale si può seguire la vita quotidiana di un’altra coppia di falchi pellegrini, Aloa e Briciola, anche loro ad occuparsi dei loro pulcini sulla cupola del complesso del Buon Pastore. Altri nidi artificiali– sebbene al momento non utilizzati –sono su un edificio della città universitaria e sulla sommità del centro idrico di Vigna Murata.

Roma sembra essere una delle città preferite dai falchi pellegrini.  “Al momento quasi 20 coppie di falchi pellegrini,tra confermate e segnalate, nidificano nella capitale, molte proprio nei nidi artificiali. Dal 2005 ad oggi abbiamo monitorato la deposizione di circa 150 uova di falco pellegrino e abbiamo assistito all’involo di 128 giovani falchi”, spiega Valeria Jennings, assistente di ricerca di Ornis Italica.

Al contrario di quanto si possa pensare i falchi pellegrini si trovano piuttosto bene in città. “Nelle aree urbane questa specie trova cibo, principalmente i piccioni che sono le loro prede principali. Inoltre nelle aree urbane questi rapaci riescono a stabilirsi con successo grazie proprio alla presenza di luoghi inaccessibili come torri, serbatoi idrici, terrazze di edifici, molto comodi per i pellegrini proprio per il fatto di essere posizionati molto in alto “, aggiunge Jennings.

Il problema dei falchi pellegrini in Europa

Se oggi i falchi pellegrini sono molto diffusi in Europa, negli anni Cinquanta sono stati fortemente minacciati dall’uso di pesticidi che provocavano un assottigliamento del guscio delle uova: molte non arrivavano alla schiusa. “È stato grazie al lavoro di studiosi e ricercatori e associazioni ambientalisti portato avanti a partire dagli anni Settanta che si è riusciti a reintrodurli, gestendo le aree di nidificazione e fornendo le cassette nido in luoghi idonei“, conclude la ricercatrice.

Gli uccelli infatti – spiegano gli studiosi di Ornis Italica – scelgono spontaneamente di utilizzare per la riproduzione i nidi installati nelle città e nelle campagne in diverse strutture localizzate in varie zone d’Italia dove oltre al falco pellegrino nidificano altre specie come la sula bassana, la ghiandaia marina, il gheppio.