La ministra annuncia un bonus per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonché di veicoli per la mobilità personale a propulsione elettrica, e monopattini
di Goffredo Galeazzi
Prende forma l’incentivo a utilizzare la mobilità dolce per evitare il congestionamento dei centri urbani alla ripartenza economica. E’ infatti in fase avanzata di elaborazione “assieme al ministro dell’Ambiente Costa” un provvedimento per incentivare la “micro-mobilità urbana” con mezzi alternativi a quelli classici, in modo da contrastare traffico e inquinamento cittadino con la ripresa, seppur parziale, delle attività post lockdown. Lo ha detto la ministra dei Trasporti Paola De Micheli in audizione alla commissione Trasporti della Camera.
Il “bonus per la micro-mobilità elettrica sarà fino ad un massimo di 500 euro per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonché di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, e monopattini”, ha detto De Micheli. “Il bonus sarà destinato ai residenti nelle aree urbane con più di 50 mila abitanti e sarà erga omnes”, ha aggiunto, dunque non legato a parametri di reddito e disponibile per tutti quelli che ne faranno richiesta. De Micheli ha ricordato anche alcuni dati relativi all’avvio della cosiddetta fase 2, che ha visto circa tre milioni di persone in movimento con il 10% sui mezzi pubblici.
Micro-mobilità, un bonus già nel Decreto Clima
Un incentivo simile destinato all’acquisto di biciclette era stato previsto dal bonus mobilità inserito nel Decreto Clima, informalmente detto bonus rottamazione auto e moto, arrivato in Gazzetta Ufficiale alla fine dell’anno scorso. Ma è tutto fermo perché occorre aspettare il decreto attuativo che finora non è stato possibile emanare a causa dell’emergenza coronavirus. Secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, gli incontri tecnici tra i quattro ministeri coinvolti – Ambiente, Finanze, Sviluppo Economico e Trasporti – sono praticamente conclusi e si potrebbe arrivare a uno sblocco della procedura già alla fine del mese di maggio.
Secondo quanto risulta a Bikeitalia, il portale sulla bicicletta, l’importo finanziabile per la micro-mobilità – fino a un massimo di 500 euro – sarà pari al 70% del valore del mezzo acquistato: dunque se si acquista una bici da 300 euro si potranno ricevere 210 euro, per un mezzo del valore di 700 euro il bonus erogabile sarà di 490 euro. Il tutto dovrebbe essere disponibile a partire dal 18 maggio 2020. Bikeitalia presenta anche una lettura di stampo economico al ruolo della bicicletta durante la Fase 2 dell’emergenza coronavirus illustrando lo studio “Costi e benefici sociali degli scenari della mobilità post Lockdown Covid19 in Italia”. L’analisi è frutto di una iniziativa congiunta dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi e dell’Osservatorio della Bikeconomy, per la redazione tecnica è stata incaricata la società olandese Decisio.
Il report si focalizza su due macro scenari della fase 2 italiana, incentrandosi su cosa accadrà se la quota di utenti che prima utilizzavano il trasporto pubblico dovesse riversarsi esclusivamente sull’automobile privata oppure, viceversa, se questa parte di popolazione scegliesse forme di mobilità attiva, come gli spostamenti a piedi o in bicicletta.
Micro-mobilità, i benefici per gli utenti del trasporto pubblico
Nello studio si arrivano a quantificare i benefici di una transizione degli utenti del trasporto pubblico a forme di mobilità attiva che prevedono tra i 9-20 miliardi di benefici economici per l’intera collettività. Secondo gli autori dello studio questa previsione è realizzabile solo a fronte di una forte volontà politica volta a implementare drasticamente pedonalità e micro-mobilità, sfruttando la fase 2 per cambiare le abitudini di mobilità degli italiani. Di contro, lo scenario peggiore, dove la quota di spostamenti degli ex utenti del trasporto pubblico dovesse essere assorbita da un ritorno all’uso dell’auto si creerebbero esternalità negative variabili tra gli 11 e i 20 miliardi di costi sociali.
La ricerca, precisa Bikeitalia, prende in analisi solo la quota modale di spostamenti su mezzi pubblici prima della pandemia. Se si agisse anche su chi usa da sempre l’auto, si otterrebbero benefici economici ben superiori ai 20 miliardi.