CittàMEZ 2020, il dossier di Legambiente su transizione verso mobilità a emissioni zero fotografa una forte propensione per la sostenibilità nelle città. Ma servono politiche adeguate
di Maria Pia Terrosi
Nelle città italiane sono sempre più le persone che scelgono una mobilità a emissioni zero. A Milano, Napoli, Venezia, Bologna, Torino e Firenze più di un terzo degli spostamenti – tra il 34 e il 58% – già oggi si compie a piedi, in bici, in tram o bus elettrico, in treno, in metropolitana o con mezzi elettrici, dal monopattino all’auto, privati o in condivisione. Se poi si guardano parecchie città di medie dimensioni come Ferrara, Bolzano, Padova, Trento, Bergamo, Ravenna, Pesaro e Brescia, i dati sembrano dimostrare che la transizione verso un futuro senza inquinamento e traffico automobilistico nelle aree urbane sembra essere a portata di mano.
Questo il quadro incoraggiante che emerge da Città MEZ, il rapporto di Legambiente sulla mobilità a emissioni zero, che per il secondo anno esplora i cambiamenti nella mobilità che stanno avvenendo nei 104 capoluoghi italiani, utilizzando tre indicatori : accessibilità, mobilità zero emissioni, politiche.
I segnali buoni non mancano. Alcune città già puntano con decisione all’elettrificazione dei mezzi entro il 2030: per questa data il Tpl di Milano sarà completamente elettrico, mentre nel centro di Bologna saranno consentiti solo mezzi elettrici, pubblici o privati.
In tutta Italia, nel corso del 2019 le auto elettriche e i mezzi elettrici targati (ciclomotori) sono quasi raddoppiati passando da 36.000 a 61.000, immatricolati soprattutto nelle città capoluogo. Raddoppiati a marzo 2020 rispetto a gennaio 2019 anche i punti di ricarica pubblici, oggi arrivati a 13.000. Nel campo delle biciclette elettriche (sotto 25 km/h) siamo alla crescita tumultuosa: nel 2019 se ne sono vendute quasi 200 mila, quasi 700 mila negli ultimi quattro anni. Considerando anche i “personal transporter elettrici” (ad esempio i monopattini) si supera il milione di mezzi in circolazione.
Fonte: Legambiente, Rapporto Città MEZ 2020
E’ però necessario che tale propensione verso la mobilità sostenibile nel futuro post Covid 19 sia incoraggiata da adeguate politiche adottate da Comuni e governo centrale.
Se adesso ci muoviamo ancora poco – si legge nel rapporto di Legambiente – a settembre le città dovranno farsi trovare pronte a ripartire multimodali e sostenibili. Si deve agire subito: meno spazio stradale per le auto (sosta e careggiate) e più corsie preferenziali per mezzi pubblici e percorsi ciclabili aperti anche a mezzi di micromobilità, 30 all’ora, stazioni e fermate di interscambio tra mezzi pubblici e sharing mobility, bus elettrici e veicoli di servizio elettrici (consegne, raccolta rifiuti, pulizia urbana…). Servono mezzi pubblici elettrici e moderni, puliti, efficienti, adatti all’intermodalità (bici+treno, bus+monopattino), e stazioni e fermate che diventano centro di interscambio, di noleggio, di servizi di sharing mobility.
“La MEZ, mobilità emissioni zero – spiega Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente – non è solo né tanto auto elettrica, ma spostamenti e viaggi che si avvalgono di tanti mezzi e servizi di mobilità sostenibile: piedi, bici, micromobilità elettrica, auto elettrica, in sharing o di proprietà, bus elettrici, tram, treni, metro, ascensori, scale mobili, funivie, cremagliere. Il mezzo o il servizio di mobilità più utile, comodo, efficiente, economico disponibile: purché a emissioni (inquinanti e CO2) basse o nulle. Tra le città, l’alta posizione in classifica, nel dossier di Legambiente, non si conquista con singole politiche settoriali. Non basta una forte spinta alla ciclopedonalità o una attenzione prioritaria al trasporto pubblico o alla sharing mobility: per cambiare la mobilità si devono integrare e innovare tutte queste modalità in modo da offrire diverse possibilità di scelta ai cittadini.”