Se si fossero rispettati i limiti introdotti dall’Oms, in Italia ci sarebbero stati 32.000 morti in meno per inquinamento atmosferico
Nel 2019 sono state 32.000 le morti da inquinamento annunciate in Italia. In pratica 87 vittime al giorno che si sarebbero potute evitare se il Belpaese avesse rispettato i valori soglia dell’Oms in materia di inquinanti atmosferici. E’ uno dei dati pubblicati dall’Agenzia europea per l’ambiente nel suo ultimo rapporto sulla qualità dell’aria in Europa.
In Europa l’inquinamento atmosferico è oggi la prima causa di morte prematura, dovuta a patologie cardiache, infarti, malattie respiratorie e cancro ai polmoni. Complessivamente in 41 Paesi europei nel 2019 la mal’aria ha causato oltre 350.000 decessi. In particolare, 307.000 quelli attribuiti all’esposizione cronica alle polveri sottili, 16.800 quelli provocati dall’ozono e 40.400 quelli attribuibili agli NOx. Numeri elevatissime anche se in calo rispetto al 2019 e diminuiti di un terzo rispetto al 2005.
Ma quello che quest’anno l’Eea ha voluto stimare sono le morti che si sarebbero potute evitare. Se nel 2019 l’Europa avesse rispettato le soglie per i principali inquinanti atmosferici consigliate dall’Oms (10 µg/m3 di Pm2.5) ci sarebbero stati 178.000 morti in meno.
L’Italia ha registrato più di 63.000 morti precoci da inquinamento, davanti a Spagna, Germania, UK e Francia. Anche se in riferimento al numero di abitanti il dato peggiore viene dai Paesi dei Balcani: Bosnia, Serbia, Kosovo, Macedonia e Bulgaria.