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Ue, superato l’obiettivo 2020 sulle rinnovabili

Ma ha pesato la diminuzione dei consumi su cui ha influito la pandemia. Male la Francia, Svezia al primo posto

Nel 2020, l’energia rinnovabile ha rappresentato il 22,1% dell’energia consumata nell’Ue, circa 2 punti in più rispetto all’obiettivo posto dalla direttiva sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili (parte del pacchetto 20-20-20). Nel 2004 la percentuale di Fer da rinnovabili era al 9,6 %. Si tratta di un risultato importante e di un’importante pietra miliare nel percorso dell’Ue verso la neutralità climatica entro il 2050, commenta Eurostat che ha diffuso i dati sull’energia rinnovabile.

 Su questi risultati, però, ha avuto un ruolo il Covid–19 e in particolare la diminuzione dei consumi, in particolare dei combustibili fossili, soprattutto nei trasporti. La direttiva stabiliva anche gli obiettivi nazionali: 26 Stati membri li hanno raggiunti o superati nel 2020, inclusa l’Italia. Con più della metà dell’energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia, la Svezia (60%) ha di gran lunga la quota maggiore tra gli Stati membri nel 2020, davanti a Finlandia (44%) e Lettonia (42%). All’estremo opposto della scala, le percentuali più basse di energie rinnovabili sono state registrate a Malta (11%), seguita da Lussemburgo (12%) e Belgio (13%).

L’Italia ha registrato il 20,4% di energia da fonti rinnovabili nel 2020. Per quanto riguarda l’elettricità, la quota da fonti rinnovabili sul consumo lordo è stata del 38,1%.

Analizzando gli obiettivi nazionali, 26 Stati membri hanno raggiunto o superato i livelli obiettivo per il 2020. I Paesi che hanno superato in modo significativo i propri obiettivi per il 2020 sono stati Svezia, Croazia (entrambi +11 punti percentuali) e Bulgaria (+7%). La Francia, invece, non è riuscita a raggiungere l’obiettivo (-3,9%).

La crescita nell’elettricità generata da rinnovabili durante il periodo 2009-2019 riflette un’espansione di tre fonti in Europa: soprattutto eolico ma anche fotovoltaico e biocombustibili solidi. Eolico e idroelettrico sono responsabili di più dei due terzi del totale dell’elettricità generata da rinnovabili (rispettivamente 36% e 33%). Il restante terzo è generato da solare (14%), biocarburanti solidi (8%) e altre fonti rinnovabili (8%). La crescita più veloce c’è stata nel fotovoltaico, che nel 2008 forniva solo l’1% dell’energia rinnovabile, con 7,4 TWh, arrivati nel 2020 a 144,2 TWh.

Oltre il 70% dell’elettricità consumata nel 2020 è stata generata da fonti rinnovabili in Austria (78,2%) e Svezia (74,5%). Il consumo di elettricità da fonti rinnovabili è stato alto anche in Danimarca (65,3%), Portogallo (58%) e Lettonia (53,4. All’altra estremità della scala, la quota di elettricità da fonti rinnovabili era pari o inferiore al 15% a Malta (9,5%), Ungheria (11,9%), Cipro (12,0%), Lussemburgo (13,9%) e Cechia (14,8%). I paesi Efta Norvegia e Islanda hanno prodotto più elettricità da fonti rinnovabili di quanta ne abbiano consumata nel 2020.

Più di un quinto dell’energia (23,1%) usata per la climatizzazione domestica (riscaldamento e il raffreddamento) in Europa nel 2020 è venuta da fonti rinnovabili, in aumento dall’11,7 % nel 2004. Nei trasporti, l’energia da fonti rinnovabili nei trasporti è aumentata dall’1,6 % nel 2004 al 10,2 % nel 2020 (inclusi biocarburanti liquidi, idrogeno).