Il 2021 vero anno nero per l’auto in Europa. In Italia la motorizzazione elettrica copre il 10% delle nuove immatricolazioni. E crescono i punti di ricarica
Il 2021 vero anno nero per il mercato dell’auto in Europa. Il consuntivo dei 12 mesi chiude con un totale di 11.774.885 veicoli immatricolati nei 30 Paesi (UE+UK+EFTA). In calo sia rispetto al 2020 (-1,5%) sia nel confronto con il 2019 (-25,5%), con una perdita di oltre 4 milioni di veicoli.
L’andamento nei cinque principali mercati europei riflette il dato negativo complessivo, che ha risentito della crisi dei microchip nella seconda parte dell’anno. Il Regno Unito registra per l’intero 2021 il secondo peggior risultato negli ultimi 30 anni. In Germania il calo annuale è del 10% rispetto al 2020. La Spagna perde un terzo delle immatricolazioni totali nel 2021 rispetto al 2019. La Francia riesce a mantenere un livello di vendite in linea con il 2020 (+0,5%).
L’Italia conferma il quarto posto per i volumi fra i cinque principali mercati. Ma l’anno si chiude con un -24% rispetto al 2019 e un aumento di 76.196 auto immatricolate (+5,51%) rispetto al 2020. In totale l’anno scorso le immatricolazioni si sono attestate a 1.457.952 unità, al di sotto della soglia psicologica degli 1,5 milioni. E il 2022 non si preannuncia molto diverso, a causa della mancanza di incentivi. L’Italia resta infatti l’unico fra i cinque Paesi a non aver finora previsto per il 2022 sostegni alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni.
Considerando tutto il 2021, le auto benzina e diesel hanno totalizzato 437.731 unità (29,7%) e 333.635 (22,6%), quelle a Gpl si sono fermate al 7.3% e quelle a metano al 2,1%. Le ibride rappresentano il 29% del totale. Nel complesso nel 2021 sono state immatricolate 136.754 auto elettriche o ibride plug-in per una quota del 9,35% delle vendite totali.
Sempre nei 12 mesi, il peso delle auto a benzina è sceso sul totale delle immatricolazioni dal 37,5% del 2020 al 29,7% del 2021 e quello delle auto a gasolio dal 33,1 al 22,6%. Quanto invece alle ibride a benzina e a gasolio, il peso delle Hev è salito dal 16 al 29% e quello delle plug-in dal 2 al 4,7%. In totale il peso delle elettriche è salito dal 2,3 al 4,6%.
A livello globale il 2022 sembra poter confermare e rafforzare il trend attuale, che vede la mobilità elettrica rubare fette di mercato sempre più grandi ai motori endotermici. Ma i problemi non mancano. Vediamo i dettagli con i numeri stimati da BloombergNEF.
La nota negativa viene dalle batterie. Nonostante l’aumento della capacità produttiva regalato dai nuovi impianti, gli accumulatori soffriranno la carenza di materie prime, litio e nichel su tutte.
Ci si può comunque aspettare che le vendite di vetture alla spina cresceranno parecchio a livello globale, passando dai 3,2 milioni del 2020 e dai 6,6 milioni del 2021 agli oltre 10 milioni del 2022, pari al 14% del mercato totale; la maggior parte delle auto consegnate sarà full electric (7,8 milioni). A spingere la crescita delle auto ricaricabili saranno l’offerta di modelli competitivi, le regole sulle emissioni che si fanno sempre più stringenti e gli acquisti di veicoli da parte dei gestori di flotte.
In questo contesto, la Cina farà ancora da padrona, con quasi 6 milioni di immatricolazioni sulle 10 totali. Seguiranno l’Europa (3,2 milioni) e gli Stati uniti (1,3 milioni), rimasti in po’ indietro nella corsa all’elettrificazione. Bene anche le colonnine, che toccheranno quota 2,7 milioni di punti di ricarica installati a livello globale, con un aumento del 50% rispetto agli 1,8 milioni del 2021.
L’Italia è sopra la media europea e seconda in Europa per rapporto tra numero di infrastrutture di ricarica e numero di veicoli elettrici (meno di un punto di ricarica ogni dieci auto). Nel 2021, rispetto al 2020, i punti di ricarica pubblici in Italia sono aumentati del 35%. Le immatricolazioni di veicoli elettrici sono aumentate del 128%. A dicembre 2021 in Italia c’erano 13.233 tra stazioni e colonnine per 26.024 punti di ricarica elettrici. Sono i principali dati che emergono nella terza edizione del rapporto firmato Motus-e sulle infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia.
Per quanto riguarda la potenza dei punti di ricarica, Motus-e segnala la tendenza all’aumento di potenza dei punti installati. Rispetto al 2020, nel 2021 la percentuale di punti di ricarica accelerata o fast è rimasta costante (tra 7 e 43 kW, sono il 77%), mentre è aumentata la quota di punti di ricarica ultra fast (oltre i 43 kW in corrente alternata, che passano dal 4 al 6%) ed è diminuita la quota di punti di ricarica lenta (sotto i 7 kW, passano dal 19 al 17% del totale).
La distribuzione territoriale di veicoli e punti di ricarica elettrica è ancora a favore del Nord Italia e delle grandi città. Nel 2021 il Nord contava il 57% dei punti di ricarica totali e rappresentava il 64% del mercato dell’auto elettrica. Le prime dieci città italiane per popolazione – il 14% del totale – ospitavano il 17% dei punti di ricarica nazionali. La Lombardia è la prima Regione per punti di ricarica installati (17% del totale), seguita da Lazio, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana. Le Regioni che hanno visto la crescita più rapida di punti di ricarica nel 2021 sono Friuli-Venezia Giulia (+69%), Lazio (+53%) e Marche (+51%). Le autostrade risultano però in ritardo nell’installazione delle colonnine di ricarica: solo 118 punti di ricarica pubblica, cioè 1,2 ogni 100 chilometri. Il 78% di questi punti di ricarica sono ultra fast (oltre i 43 kW in corrente alternata) e circa la metà ha una potenza pari o superiore a 150 kW.