Elettrificazione Sardegna

Una scossa verde per la Sardegna

Il progetto prevede l’elettrificazione green dell’isola entro il 2030 attraverso la sostituzione degli attuali impianti alimentati da fonti fossili con eolico e fotovoltaico

L’abbandono delle fonti fossili per la produzione di energia in Sardegna, con il passaggio entro il 2030 a un mix basato esclusivamente su fonti rinnovabili, principalmente fotovoltaico ed eolico, abbinato alla diffusione dell’elettrificazione per vari usi. Un percorso che consentirà al territorio sardo di fare un balzo verso la completa decarbonizzazione in un’ottica di sostenibilità ambientale, risparmio ed efficienza energetica. È quanto previsto da “Elettrificazione verde della Sardegna”, il progetto inserito tra i Multi-Stakeholders Energy Compact delle Nazioni Unite. Si tratta di impegni volontari per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) 7. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili, e rispettare così gli impegni sul cambiamento climatico in linea con l’Accordo di Parigi.

Il progetto è stato presentato la scorsa settimana in occasione dell’evento online organizzato da Enel, Università degli Studi Roma Tre – Centro Ricerche Economiche e Sociali Manlio Rossi-Doria, con il supporto di Alleanza Sardegna Rinnovabile (che riunisce Wwf, Kyoto Club, Greenpeace e Legambiente).

Due i punti chiave: rispetto dell’ambiente con la riduzione dell’80% di emissioni e risparmio anche del 50% della bolletta per le famiglie, 30% per le aziende. Il progetto di elettrificazione verde prevede di raggiungere una serie di obiettivi entro il 2030. In particolare il superamento della produzione di energia da fonti fossili. E contemporaneamente la diffusione di tecnologie per l’elettrificazione di mobilità elettrica, sistemi per il riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, efficientamento energetico e piastre a induzione.

Data la penetrazione marginale del metano e la rilevanza locale dei servizi come commercio, turismo, agricoltura e pubblica amministrazione, che costituiscono il 60% del valore aggiunto, la Sardegna offre un contesto unico per l’elettrificazione. La maggior parte dell’elettricità viene prodotta utilizzando il carbone e i residui dei processi di raffinazione del petrolio. A ciò si aggiunge che la Sardegna vanta il consumo pro capite di energia elettrica nel settore domestico più alto d’Italia. Pari a circa 1,38 MWh l’anno. Con l’autoproduzione che rappresenta ancora meno dell’1% del totale ed è quasi esclusivamente da fonti fossili. Mentre le caratteristiche demografiche e la bassa densità abitativa – meno di 70 abitanti per km2 – fanno della Sardegna un ottimo laboratorio per un ampio ricorso alla generazione distribuita.

“Grazie alle sue particolari caratteristiche – spiega Nicola Lanzetta, direttore Enel Italia – la Sardegna può accelerare su questo percorso di sviluppo e raggiungere in anticipo un modello di produzione e consumo energetico più sostenibile. Generando ricadute positive per ambiente, economia, occupazione e territorio e ponendosi come esempio a livello globale”.  

“Un’occasione – sottolinea Valeria Termini, docente di Economia politica presso l’Università Roma Tre – per la Sardegna e per l’Italia di contribuire all’obiettivo globale di decarbonizzazione con un esempio concreto e utilizza fonti naturali di energia disponibili localmente. E di offrire un modello di riferimento per lo sviluppo indipendente dei Paesi più vulnerabili in cui vivono ancora 759 milioni di persone drammaticamente prive di elettricità”.

“L’area mediterranea è un hotspot del cambiamento climatico – chiarisce il professor Nigel Tapper, Monash University, Australia, premio Nobel per la pace nel 2007 con l’Ipcc -. Il valore di questo progetto guidato da Enel è proporre per la prima volta su scala regionale una serie di soluzioni tecniche per ridurre le emissioni di tutti. Aziende o singoli cittadini, migliorando nel contempo la qualità della vita nel rispetto del territorio”.